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Scomparsa di Barbara Corvi, arrestato il marito. L’intercettazione: “Sciolta nell’acido”

Svolta nel caso sulla scomparsa di Barbara Corvi, la 35enne di Montecampano di Amelia di cui non si hanno più notizie dal 27 ottobre 2009. I carabinieri di Terni hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione per omicidio del marito della donna, Roberto Lo Giudice. Poche ore prima della sparizione della donna, il 27 ottobre 2009, confessò all’uomo di avere una relazione extraconiugale.
A cura di Ida Artiaco
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Svolta nel caso sulla scomparsa di Barbara Corvi, la 35enne di Montecampano, frazione di Amelia e mamma di due figli, di cui non si hanno più notizie dal 27 ottobre 2009. Dopo 12 anni i carabinieri di Terni, su disposizione del procuratore capo della locale procura della Repubblica, Alberto Liguori, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione per omicidio del marito della donna, Roberto Lo Giudice, già indagato per omicidio volontario. All'alba di questa mattina è scattato l'arresto. La vicenda, che era stata archiviata nel 2014, era tornata sotto i riflettori lo scorso luglio, dopo la riapertura del fascicolo da parte del procura ternana. La notizia delle nuove indagini si era diffusa in occasione dell'interrogatorio da parte dei carabinieri di Terni di un pentito di ‘Ndrangheta che vive in provincia di La Spezia.

Era il 27 ottobre 2009 quando si persero le tracce di Barbara. L'ultimo a vederla era stato proprio il marito: stavano insieme da quando lei aveva 15 anni, nonostante la sua famiglia non volesse la frequentazione con quell'uomo arrivato dalla Calabria con un cognome pesante legato a doppio filo con la ‘Ndrangheta. Poche ore prima della scomparsa, Barbara aveva aveva confessato a lui di avere una relazione extraconiugale, per la quale l'uomo l'aveva costretta a giustificarsi di fronte all'intera famiglia. In quell'occasione, dopo aver controllato un messaggio sul telefono di Barbara, il marito aveva scoperto che la donna non aveva interrotto, come promesso, la relazione con il suo amante. L'inchiesta venne poi archiviata dalla procura di Terni all'inizio del 2014, prima di essere riaperta nei mesi scorsi. Proprio la confessione di Barbara, nella ricostruzione dei fatti della Procura, avrebbe fatto scattare la punizione contro di lei, il suo omicidio e successivamente l'occultamento del cadavere, che Roberto avrebbe effettuato con l'aiuto del fratello Maurizio. Il movente, dunque, alla base del delitto sarebbe dunque la gelosia, ma non l'unico. Secondo il procuratore capo della locale procura della Repubblica, Alberto Liguori, "ce ne sarebbe anche uno economico". Gli investigatori sono convinti che la matrice dell'omicidio non fosse mafiosa. La vicenda sarebbe nata da una mentalità mafiosa, ma non da circuiti di mafia.

Sullo sfondo della vicenda di Barbara Corvi c’è anche un altro delitto, quello di Angela Costantino, moglie di un altro componente della famiglia Lo Giudice, la quale era scomparsa nel nulla nel 1994, a soli 25 anni, e nel 2012 per quella scomparsa erano state condannate a 30 anni per omicidio due persone legate alla stessa famiglia. L’accusa per loro è proprio di aver ucciso la donna in seguito alla scoperta di una relazione extraconiugale avuta mentre il marito era in carcere, e da cui probabilmente aspettava un bambino.

Nel corso delle indagini sulla scomparsa di Barbara Corvi è stata raccolta anche una intercettazione ambientale in cui una persona – al momento ancora ignota – afferma: "Io penso sia stata sciolta nell'acido". Nel corso di una conferenza stampa del procuratore capo della locale procura della Repubblica, Alberto Liguori, è stata segnalata anche un'altra intercettazione in cui lo stesso Roberto Lo Giudice, a proposito della scomparsa della moglie afferma: "Sì, c'entro pure io". Le indagini – è stato spiegato – erano state riaperte a seguito di una interlocuzione con altre attività giudiziarie antimafia e si sono svolte con il contributo di tre collaboratori di giustizia. Le indagini hanno permesso di "smontare i depistaggi" di Lo Giudice per far credere che Barbara si fosse allontanata volontariamente.

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