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Svolta nel caso Saad Eddafi, 34 enne trovato morto sull’A21, si indaga per omicidio colposo: “Chi sa parli”

Il 27 dicembre 2024, Saad Eddafi, 34enne residente ad Alessandria, veniva trovato morto accanto alla sua auto sulla A21: si era ipotizzato un malore improvviso, ma ora la Procura piemontese ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo.
A cura di Dario Famà
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Colpo di scena nel caso di Saad Eddafi, ragazzo di 34 anni residente ad Alessandria e trovato morto sull'autostrada A21 in Piemonte nel dicembre scorso. Dopo la denuncia dei parenti, infatti, la locale Procura della Repubblica ha deciso di aprire un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo.

L'episodio risale alla sera del 27 dicembre scorso, quando il giovane era stato trovato morto all'altezza di Felizzano sull‘autostrada A21: il corpo senza vita del 34enne era stato rinvenuto accanto alla sua auto, che aveva urtato leggermente il guardrail. Ad accorgersi del cadavere e a chiamare il 118 era stato un automobilista di passaggio. In un primo momento, i rilievi della polizia stradale avevano individuato come causa della morte un infarto, malore che avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo all'uomo.

A cambiare le carte in tavola è stata l'autopsia sul corpo, che avrebbe segnalato lesioni incompatibili con le modalità dell'incidente e con l'eventuale malore accusato dal 34enne: le ferite, infatti, sembrerebbero suggerire l'ipotesi di omicidio. Come riporta La Stampa di Alessandria, ora anche i pm indagano per omicidio colposo. Altrettanto utili per chiarire la dinamica dei fatti potrebbero essere le immagini delle telecamere di sorveglianza autostradali, al vaglio degli inquirenti.

Il caso, dunque, si è riaperto totalmente. Qualche giorno fa, la sorella della vittima, Riham Eddafi, aveva lanciato un appello ai microfoni del quotidiano Il Piccolo: "Chiunque abbia visto o sentito qualcosa, che parli, anche in anonimato. Non è possibile che il 27 di venerdì sera non sia passato nessuno in autostrada senza vedere o sentire niente". Inoltre, la donna ha aggiunto di non esser mai stata convinta dall'ipotesi iniziale: "Abbiamo bloccato i funerali perché ci siamo accorti che le lesioni erano ben più gravi di quelle che avevamo visto inizialmente" ha concluso la giovane. Un gesto che ha permesso non solo di eseguire l'autopsia, ma anche di avviare le indagini.

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