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Suprematista arrestato a Bari: sulle sue armi i nomi degli stragisti Breivik, Terrant e Luca Traini

Sulle armi trovate a casa di Luigi Antonio Pennelli anche i nomi di alcuni stragisti come Breivik, Terrant e Luca Traini, quest’ultimo autore dell’attentato di matrice neofascista avvenuto il 3 febbraio 2018 a Macerata.
A cura di Davide Falcioni
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Nel "pantheon" di Luigi Antonio Pennelli, il 23enne arrestato nelle scorse ore a Bari con la pesantissima accusa – tra le altre – di terrorismo internazionale, c'erano stragisti come Anders Behring Breivik, Brendon Harrison Terrant e Luca Traini.

I nomi di questi personaggi sono stati trovati scritti sulle armi e sul materiale di propaganda rinvenuto dalla polizia nell'abitazione del 23enne di Sammiche di Bari, arrestato per i reati di arruolamento con finalità di terrorismo di matrice neonazista, supremazia bianca e antisemita, propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione, etnica e religiosa.

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Chi sono Breivik, Terrant e Luca Traini

Nel corso delle indagini sono state ritrovate due mazze da baseball, di cui una con segni delle SS naziste. Trovata anche una carabina, contenuta in una scatola su cui erano stati posti i nomi di Luca Traini, autore dell'attentato di matrice neofascista avvenuto il 3 febbraio 2018 a Macerata dove rimasero ferite a colpi di pistola sei persone di origine sub-sahariana, e "Breivik Eroe", con riferimento a Anders Behring Breivik, terrorista norvegese autore della strage sull'isola di Utoya il 22 luglio 2011 in cui furono uccise 77 persone. Un altro nome sulla scatola si riferisce a Brendon Harrison Terrant, responsabile di attacchi terroristici di matrice islamofoba avvenuti il ​​15 marzo 2019 a Christchurch in Nuova Zelanda nella moschea di al Noor e presso il centro islamico di Linwood dove morirono 50 persone.

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Pennelli reclutava suprematisti bianchi in Italia

A casa di Pennelli sono stati trovati inoltre elementi riferiti all'organizzazione terroristica suprematista statunitense ‘The Base', che lo avrebbe indottrinato e "usato" per fare proselitismo in Italia. Il 23enne infatti diffondeva a un ristretto gruppo di persone (tre o quattro al massimo) creato sul web, il materiale propagandistico, rimodulandolo e traducendolo in lingua italiana. L'uomo aveva anche la possibilità di costruire ‘ghost gun' da realizzare in prospettiva attraverso l'acquisto di una stampante 3D.

Minacce di morte anche a Liliana Segre

Pennelli si dichiarava pronto "al sacrificio estremo a difesa della razza bianca" e agiva in Italia come "lone wolf". L'arrestato era molto attivo su Telegram, dove gli inquirenti hanno rintracciato una chat collegata al canale ‘Sieg Heil', sulla quale diffondeva materiale propagandistico antisemita e di matrice nazionalsocialista. Nella stessa chat ha anche condiviso un video nel quale, come riportato negli atti giudiziari, "verrebbero rivolte anche minacce di morte alla senatrice Liliana Segre". Pennelli aveva anche diffuso messaggi nei quali affermava di essere in grado di procurarsi altre armi oltre a quelle già in possesso, rubandole, acquistandole sul mercato nero o aggredendo guardie giurate.

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