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“Supero la fila per una donna incinta aggredita” ma doveva comprare lo Swatch: carabiniere rischia processo

Un carabiniere rischia ora il processo per aver sorpassato la lunga fila di clienti in attesa di entrare nel negozio Swatch nel 2022 per acquistare l’orologio in edizione limitata realizzato con Omega. Secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe superato la fila dicendo di dover soccorrere una donna incinta.
A cura di Gabriella Mazzeo
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foto da archivio
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Durante un normale turno di lavoro, superò la lunga coda formatasi fuori dal negozio dove si trovava per acquistare un orologio in un punto vendita della Swatch. Per l'appuntato dei carabinieri si profila ora l'accusa di concussione: il tribunale di Torino ha chiesto la trasmissione degli atti in Procura perché l'uomo, secondo quanto rilevato, avrebbe superato la lunga fila fingendo di dover soccorrere una donna incinta che era stata aggredita.

Il vicebrigadiere che si trovava con lui in quel momento è stato condannato a due mesi e 15 giorni di reclusione perché secondo i giudici, nonostante il grado superiore nella scala gerarchica, non gli aveva impedito di comportarsi in maniera illecita. L'appuntato aveva chiesto di uscire dal processo con un periodo di messa alla prova, ma sul suo conto il tribunale si è pronunciato diversamente. Il vicebrigadiere è stato assolto dall'accusa di peculato, ma dichiarato responsabile di interruzione di pubblico servizio collegata alla violata consegna.

L'episodio si verificò nel 2022 ed ebbe come sfondo il punto vendita Swatch di via Roma, nel centro storico di Torino. In quell'occasione, i punti vendita della nota marca di orologi stavano vendendo alcune edizioni limitate realizzate in collaborazione con Omega, altra casa di gioielli di lusso.  L'esclusività dei prodotti aveva dato il via alle lunghe code di clienti e in questo caso, il carabiniere avrebbe deciso di superare gli altri acquirenti con una scusa per poter mettere per primo le mani sui modelli disponibili.

Secondo le autorità, infatti, i due militari erano in forza alla stazione Monviso ed erano usciti di pattuglia. Davanti al negozio sostarono per due volte prima di effettuare l'operazione illecita. In aula l'accusa è stata sostenuta dal pubblico ministero Giovanni Caspani.

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