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Incidente ferroviario a Brandizzo, ultime news

“Sui binari senza stop ai treni è la routine”: la denuncia degli operai dopo la strage di Brandizzo

La denuncia di due operai dopo la strage di Brandizzo: “È la routine: quel tipo di lavoro si fa sempre prima dello stop dei treni. Come hanno fatto loro era esagerato, ma di solito si porta materiale sul posto anche tra un convoglio e l’altro”.
A cura di Ida Artiaco
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"Quello che è successo a Brandizzo è la routine: quel tipo di lavoro si fa sempre prima dello stop dei treni, non ricordo una volta in cui io stesso non l’ho fatto, in cui non ho accantonato roba vicino al binario pur sapendo che passavano ancora i treni".

È questa la denuncia pubblicata da LaPresse di un operaio che lavora in un’impresa specializzata nella manutenzione delle ferrovie, come la Si.gi.fer di Borgo Vercelli, la ditta in subappalto coinvolta nel tragico incidente nel torinese costato la vita a 5 operai, di cui il più giovane aveva solo 22 anni.

Un modus operandi, quindi, che sembra quasi "normale" per gli addetti ai lavori nel settore ferroviario italiano. Fatto, questo, che sarebbe stato confermato anche da un altro operaio: "Come hanno fatto loro era esagerato – ha detto ancora a LaPresse, riferendosi ai 5 lavoratori rimasti uccisi nell’incidente di Brandizzo – ma di solito si porta materiale sul posto anche tra un treno e l’altro. Però, c’è gente competente che ti chiama, che ti avverte degli orari. Io è dal 2005 che faccio la notte e quando mi dicono di farlo, lo faccio".

Ma non tutti hanno la possibilità di scegliere di fare una cosa pericolosa. Gli interinali, ad esempio, "sono più ricattabili in tante cose", ha continuato ancora l’operaio, parlando di una importante lacuna nella formazione dei lavoratori più giovani e spesso precari.

"Trovi ragazzi non formati che non dicono di no perché non sanno cosa effettivamente sia pericoloso. Non fanno corsi prima di assumere, fanno un corso di sicurezza in cui gli dicono di non andare in mezzo ai binari, sì, ma poi gli dicono di fare una cosa pericolosa e quelli la fanno perché non hanno la giusta consapevolezza o magari hanno paura di essere lasciati a casa la volta dopo".

Intanto, proseguono le indagini sulla strage di Brandizzo. Al momento gli indagati da parte della Procura di Ivrea sono sei. Dopo il tecnico di Rfi, Antonio Massa, 48 anni, e il caposquadra della Si.gi.fer., Andrea Girardin Gibin, 53 anni, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche quattro dirigenti della ditta di Bordo Vercelli. Anche per loro l'ipotesi di reato è di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario.

Oggi è stato anche avviato il lavoro di perizia, disposto sempre dalla procura, sui tablet dei macchinisti del treno che ha investito i 5 operai, sulle scatole nere del convoglio e sui telefoni cellulari di due vittime trovati sul luogo della tragedia ancora parzialmente funzionanti.

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