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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, procura di Como replica a richiesta revisione: “Su Rosa e Olindo prove incontestabili”

Secondo Massimo Astori, procuratore di Como, la condanna di Olindo Romano e Rosa Bazzi relativa alla Strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre 2006, “non lascia perplessità”. Contro i due coniugi, scrive in una nota che risponde alla richiesta di revisione del processo, sono state raccolte “prove incontestabili”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il procuratore di Como Massimo Astori ha risposo alla richiesta di revisione del processo riguardante la strage di Erba firmata dal sostituto procuratore della Procura generale di Milano Cuno Tarfusser, convinto che i coniugi Rosa e Olindo Romano possano essere vittime di un errore giudiziario. "La lettura delle corpose e approfondite sentenze che hanno motivato la condanna all'ergastolo di entrambi gli imputati, atto imprescindibile e doveroso per chiunque intenda formulare pubblicamente delle osservazioni, non lascia spazio a perplessità – ribadisce Astori in un comunicato di cinque pagine -. La responsabilità penale di Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all'ergastolo, è stata affermata nei tre gradi di giudizio previsti dal codice di proceduta penale. Senza giustificazione alcuna, a distanza di 16 anni, espressioni del pg contengono accuse di condotte abusive e illegittime, se non di veri e propri reati a carico di magistrati della procura di Como".

"I giudici – continua nella nota – hanno espresso valutazioni ampiamente positive delle prove raccolte dalla pubblica accusa e hanno accolto integralmente nei tre gradi di giudizio le richieste dei rappresentanti dell'ufficio del pubblico ministero". Il procuratore ha ribadito che nel corso delle tre fasi di giudizio "svolte nel pieno rispetto delle garanzie processuali con la costante partecipazione della difesa", i giudici hanno più volte confermato la correttezza di magistrati e investigatori che hanno raccolto "prove incontestabili" e non solo confessioni.

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Secondo Astori (magistrato della procura di Como già nel 2006), oltre alle confessioni dettagliate di Rosa e Olindo con la descrizione di "ogni minimo e più atroce particolare", gli investigatori hanno raccolto prove schiaccianti, la cui correttezza è stata più volte sottolineata nei tre gradi di giudizio fino alla condanna. Nella nota, ha sottolineato di non escludere "iniziative legali" per "tutelare l'immagine dell'ufficio".

Azouz Marzouk nel 2006 perse suo figlio Youssef, di 2 anni, e sua moglie Raffaella Castagna: un delitto per il quale sono stati condannati all’ergastolo due coniugi, Olindo e Rosa Romano. Ma per Azouz, che ancora chiede giustizia, “sono solo dei poveretti che stanno pagando la loro ingenuità”.
Olindo Romano e Rosa Bazzi

A confermare l'ergastolo, negli anni vi sono state anche "ulteriori decisioni di Corti diverse" seguite da numerose istanze presentate dalla difesa. "Tutte ritenute prive di qualsiasi novità – ha affermato – e di attitudini probatorie significative. Un vero e proprio scontro aperto con Cuno Tarfusser che invece ha caldeggiato la revisione del caso. "Stupisce che la proposta – scrive Astori – sia stata rapidamente ed integralmente divulgata prima della sua trasmissione alle autorità competenti per la valutazione e prima di un eventuale uso processuale. Stupisce anche che la premessa contenga accuse molto gravi a carico della procura di Como", che in questi anni si è consegnata a un doveroso quanto rigoroso silenzio. Auspichiamo che altrettanto rispetto sia adottato da tutti coloro che si accostano a questa drammatica vicenda, al cui fondo rimane il profondo dolore di chi ne è stato colpito".

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