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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Perché Olindo e Rosa sono innocenti per il giudice Tarfusser: “Caso sulla strage di Erba da riaprire”

Il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, che ha chiesto la revisione del processo sulla strage di Erba: “Olindo e Rosa vittime probabilmente di errore giudiziario. Ho scritto ogni pagina con la massima onestà intellettuale di cui sono capace. Ora, lasciatemi in pace”.
A cura di Ida Artiaco
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Azouz Marzouk nel 2006 perse suo figlio Youssef, di 2 anni, e sua moglie Raffaella Castagna: un delitto per il quale sono stati condannati all’ergastolo due coniugi, Olindo e Rosa Romano. Ma per Azouz, che ancora chiede giustizia, “sono solo dei poveretti che stanno pagando la loro ingenuità”.
Olindo Romano e Rosa Bazzi
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Olindo Romano e Rosa Bazzi sono probabilmente innocenti e il caso sulla strage di Erba è da riaprire. Ne è convinto il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, che ha chiesto la revisione del processo nei confronti dei due coniugi, condannati all'ergastolo per gli omicidi di Raffaella Castagna, del figlio Youssef Marzouk di soli 2 anni, della nonna del bimbo, Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini.

In una colloquio telefonico con il Corriere della Sera, Tarfusser, che ha scritto 58 pagine di arringa da mandare alla Corte d’Appello di Brescia, cui spetta l'ultima parola in merito, ha spiegato perché si dovrebbe riaprire uno dei casi più dibattuti della cronaca italiana degli ultimi anni, anche se la sua mossa non è piaciuta alla procuratrice generale Alessandra Nanni e all’avvocata generale Lucilla Tontodonati, per le quali ci vorrà ancora un mese prima di decidere sulla trasmissione degli atti.

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"Ho scritto ogni pagina con la massima onestà intellettuale di cui sono capace e con tutta la passione per il mestiere che ho sempre avuto. Direi che il mio compito finisce qui, sta ad altri prendere ulteriori decisioni. E ora vorrei che di me non si parlasse, perché io non voglio niente, non cerco niente. A me importa il merito, non il circo mediatico", ha sottolineato il pg.

Tarfusser osserva che le tre prove, e cioè il riconoscimento di Olindo Romano da parte di Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto ma oggi deceduto, la macchia di sangue di sua moglie, Valeria Cherubini, su battitacco dell’auto dei coniugi e la loro confessione, sono inficiate sin dall’inizio da "gravissime criticità mai valutate nelle sue sentenze di primo e secondo grado" e ora sgretolate "da certezze scientifiche". In particolare per il pg quella di Frigerio fu una falsa memoria.

Questo perché nelle sue condizioni fisiche non poteva "rendere valida testimonianza" indicando Olindo Romano come suo aggressore. Mentre le confessioni sono da considerarsi false e acquiescenti. Le ammissioni di Rosa Bazzi e Olindo Romano "risultano piene di errori" e molti elementi della scena del crimine vengono "sbagliati" (tra il 50 e il 70%)."È per me insopportabile il pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo", ha scritto nella richiesta di revisione del processo.

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