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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, un mese per vagliare ipotesi revisione per il processo di Rosa e Olindo

Ci vorrà almeno un mese perché la procuratrice generale di Milano e l’avvocata generale Tontodonati possano esprimere il loro parere sulla richiesta di revisione per il processo sulla strage di Erba che ha portato alla condanna definitiva dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Azouz Marzouk nel 2006 perse suo figlio Youssef, di 2 anni, e sua moglie Raffaella Castagna: un delitto per il quale sono stati condannati all’ergastolo due coniugi, Olindo e Rosa Romano. Ma per Azouz, che ancora chiede giustizia, “sono solo dei poveretti che stanno pagando la loro ingenuità”.
Olindo Romano e Rosa Bazzi
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Ci vorrà almeno un mese perché la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni e l'avvocata generale Lucilla Tontodonati possano esprimere il proprio parere sulla richiesta di revisione per il processo sulla strage di Erba avanzata dal sostituto procuratore Cuno Tarfusser. Spetta a loro, secondo l'organizzazione interna degli uffici, la decisione in merito e la richiesta di Tarfusser potrebbe non finire mai davanti alla corte d'Appello di Brescia chiamata a decidere sulla riapertura del processo che ha portato alla condanna in via definitiva per Olindo Romano e Rosa Bazzi.

È certo invece che la difesa dei coniugi depositerà a giorni la sua istanza di revisione a Brescia. Ai giudici della corte d'Appello bresciana spetterà un primo vaglio di ammissibilità, solo una volta superato questo filtro verrebbe fissata un'udienza per decidere sull'eventuale riapertura del processo.

Il sostituto procuratore Cuno Taffuser aveva depositato la scorsa settimana ai vertici del suo ufficio la proposta di riaprire il caso parlando di errore giudiziario che avrebbe portato alla condanna all'ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano, i due coniugi accusati di aver ucciso Raffaella Castagna, il figlioletto di 2 anni Youssef Marzouk, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Sarà la procuratrice generale milanese, infine, a decidere se trasmettere ai giudici bresciani l'istanza dopo averla valutata nel merito.

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