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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, depositati atti per riaprire il caso: “Intercettazioni e testimonianze inedite”

Cuno Tarfusser, sostituto Pg di Milano, ha depositato una relazione, redatta sulla scorta di nuovi elementi presentati dalla difesa, per l’eventuale riapertura del caso sulla strage di Erba compiuta l’11 dicembre del 2006 e per la quale sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi.
A cura di Davide Falcioni
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olindo romano e rosa bazzi
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Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale di Milano, ha depositato al procuratore generale Francesca Nanni e all'avvocato generale Lucilla Tontodonati una relazione, redatta sulla scorta di nuovi elementi presentati dalla difesa, per l'eventuale riapertura del caso sulla strage di Erba compiuta l'11 dicembre del 2006, un caso per il quale sono stati condannati in via definitiva all'ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, accusati di aver ucciso a coltellate e sprangate, per ragioni legate a liti di vicinato, Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni, Youssef Marzouk, la nonna del bambino, Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini.

La relazione del Pg verrà valutata dal procuratore Nanni e dalla sua collaboratrice Tontodonati. Saranno loro a decidere se unire la loro richiesta all'istanza di revisione del processo che i legali di Olindo e Rosa sono in procinto di presentare a Brescia. La richiesta di revisione, più volte annunciata, si basa su intercettazioni e testimonianze che sarebbero inedite.

Le prove a carico di Rosa e Olindo sono finora state considerate sempre granitiche, a partire dalla confessione firmata dai due, dal video realizzato dall'allora consulente della difesa, il criminologo Massimo Picozzi, dove Olindo confessava elencando dettagli inequivocabili sulla sua responsabilità, ma anche dalla traccia di sangue di Valeria Cherubini, mista a sangue maschile, che venne rinvenuta nell'auto di proprietà di Rosa e Olindo.

Per finire la testimonianza di Mario Frigerio, l'unico superstite alla strage morto otto anni dopo. "Vidi Olindo, mi fissò con degli occhi da assassino, non dimenticherò mai il suo sguardo, era una belva", disse Frigerio che scampò alla carneficina solo perché creduto morto dai due coniugi. Frigerio aveva una malformazione congenita alla carotide che gli permise di non morire nella strage di Erba.

Olindo e Rosa stanno scontando la condanna all'ergastolo, il primo nel carcere di Opera, la seconda in quello di Bollate. Per loro il verdetto della Cassazione è stato emesso invia definitiva il 20 aprile 2010.

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