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Strage di Capaci, il pentito Riggio: “Ex poliziotto ‘il Turco’ mise esplosivo sotto l’autostrada”

Una ultima verità su quanto accaduto il 23 maggio del 1992, giorno dell’attentato a Giovanni Falcone, arriva dal pentito Pietro Riggio, che ha deciso di parlare di nuovo della strage di Capaci. Ha raccontato di un poliziotto che gli avrebbe confidato di aver messo dell’esplosivo nel canale di scolo dell’autostrada dove sarebbe passato Falcone, sua moglie e gli agenti di scorta.
A cura di Susanna Picone
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Una nuova rivelazione si aggiunge ai tanti misteri sulla strage di Capaci. Un ex agente della polizia penitenziaria e mafioso del clan di Caltanissetta, che dal 2009 collabora con la giustizia, ha parlato di un ex poliziotto che avrebbe posizionato dell'esplosivo sotto l'autostrada che il 23 maggio 1992 uccise il giudice antimafia Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta. A dar notizia delle ultime verità di Pietro Riggio, pentito di 54 anni che ha parlato anche del leader di Confindustria Antonello Montante, è oggi il quotidiano Repubblica, che sottolinea che Riggio ha chiesto di tornare nuovamente davanti ai magistrati che indagano sulle stragi di Falcone e Borsellino. “Mi ha confidato di aver partecipato alla fase esecutiva delle strage Falcone – ha messo a verbale Riggio davanti ai pm di Caltanissetta facendo riferimento a un poliziotto chiamato “il turco” – si sarebbe occupato del riempimento del canale di scolo dell’autostrada con l’esplosivo, operazione eseguita tramite l’utilizzo di skate-bord”.

Le dichiarazioni sulla strage di Capaci del pentito ai magistrati – Perché il pentito non ha parlato prima di questo ex poliziotto? “Fino ad oggi – la risposta di Pietro Riggio – ho avuto paura di mettere a verbale certi argomenti, temevo ritorsioni per me e per la mia famiglia. Ma, adesso, i tempi sono maturi perché si possano trattare certi argomenti”. Le ultime dichiarazioni del pentito hanno lasciato perplessi i magistrati nisseni, da sempre scettici sull’ipotesi che a Capaci ci sia stato un “doppio cantiere” per la strage del 23 maggio 1992. I dettagli forniti su questo misterioso ex poliziotto – che il pentito avrebbe conosciuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere – hanno però convinto la procura nazionale antimafia a convocare una riunione per approfondire il caso. Nei giorni scorsi attorno al procuratore Federico Cafiero De Raho si sono ritrovati i magistrati delle procure di Palermo, Caltanissetta, Catania, Reggio Calabria e Firenze, che si occupano a vario titolo di filoni riguardanti le stragi.

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