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Stamina, la testimonianza: “Vannoni mi ha chiesto 50mila euro, ma mio marito è morto”

Una donna racconta al quotidiano La Stampa: “Ci hanno messo davanti questo foglio, l’ho tenuto. Prelievo midollo: 2000 euro. Preparazione cellule: 27 mila euro. 8000 euro a iniezione, 2500 euro per la crioconservazione. Ma la verità è che abbiamo pagato molto di più: oltre 50mila euro, consegnati alla segretaria di Vannoni. La stessa di Torino, l’ho rivista a Brescia. Metteva i soldi dentro una busta, nessuna ricevuta”.
A cura di D. F.
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Giorno dopo giorno sembra crollare inesorabilmente il castello di sabbia del metodo Stamina. A sbriciolarlo sono arrivate nei giorni scorsi i pareri della più autorevole rivista scientifica del mondo – Nature – che ha affermato come ci siano "seri e profondi dubbi e preoccupazioni sulla sicurezza e sull’efficacia del metodo". Nel frattempo il Senato ha istituito una commissione di indagine ed è notizia di ieri che – stando a quanto riportato dall'Ansa – nel protocollo Stamina presentato alla commissione scientifica del Ministero della Salute non era indicato alcun metodo per ottenere neuroni dal differenziamento delle cellule staminali, come invece era stato espressamente richiesto dal Parlamento. A ciò si aggiunga l'inchiesta della Procura di Torino, con il pm Guariniello che sta cercando di fare luce su 68 morti che si erano sottoposti alle cure con il metodo di Vannoni. Tra loro c'è anche Umberto Mattavelli, deceduto il 12 marzo 2012. Sua moglie Milena, intervistata da La Stampa, ha raccontato alcuni retroscena del rapporto con il presidente di Stamina Foundation: "‘Stia tranquilla, le prometto che lo rimetto in piedi'. Ripeteva che mio marito Umberto sarebbe guarito di sicuro. Servivano tante infusioni di cellule intelligenti, come le chiamava lui, ma alla fine ce l’avremmo fatta".

La donna scopre che qualcosa non va nella salute del marito nel 2007. Dopo un controllo in ospedale, scoprono che Umberto è affetto da Msa, un' inesorabile atrofia multisistemica. "Il medico dell’ospedale era stato chiaro: ‘Purtroppo per questa malattia non esiste una cura vera e propria'. Eravamo disperati. Avrei fatto qualunque cosa. Con mia figlia, abbiamo cercato su internet per capire. La cosa strana è che ci hanno telefonato loro". "Loro" erano "quelli di Stamina", che le chiesero di andare a Torino, dove c'era una nuova terapia.

A quel punto Vannoni avrebbe promesso che il marito sarebbe guarito. Ma certo, non gratuitamente: "Ci hanno messo davanti questo foglio, l’ho tenuto. Prelievo midollo: 2000 euro. Preparazione cellule: 27 mila euro. 8000 euro a iniezione, 2500 euro per la crioconservazione. Ma la verità è che abbiamo pagato molto di più: oltre 50mila euro, consegnati alla segretaria di Vannoni. La stessa di Torino, l’ho rivista a Brescia. Metteva i soldi dentro una busta, nessuna ricevuta".

Milena racconta al quotidiano torinese: "Mio marito ripeteva in bergamasco: ‘C’è qualcosa che non quadra, Milena. Quelli lì si stanno approfittando di noi'. Io lo tranquillizzavo: ‘Vedrai, andrà bene…'". Di fatto, però, i due vanno avanti. Per 5 anni all'uomo vengono iniettate delle sostanze nel reparto di pediatria dell'ospedale di Trieste, finché le sue condizioni non l'hanno portato alla morte. Milena racconta di aver spesso pensato di denunciare Vannoni, ma di aver desistito davanti "a quei bambini che fanno vedere in Tv. Mi sento male per loro. Per i genitori. Una volta ho chiamato Vannoni dopo una sua intervista: ‘La smetta di dire che sono cure gratuite'. E lui: ‘Le vostre sono state libere donazioni'. Ma quali donazioni? Con quale faccia? Siamo stati truffati, mio marito l’aveva capito".

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