“Sono stata animatrice in un villaggio turistico per 3 mesi, 15 ore al giorno per 450 euro. Non è sostenibile”

"Ho lavorato come animatrice per tre mesi, poi avrei dovuto riprendere a settembre in uno stabilimento all'estero ma sono tornata in Italia poco dopo aver iniziato perché non mi trovavo bene". A raccontare la sua esperienza da lavoratrice stagionale risalente al 2019 è Sara (nome di fantasia), che per 3 mesi ha lavorato come animatrice in un villaggio turistico di Jesolo. Dalle 8.30 del mattino alle 23.30 di sera per 450 euro al mese. Circa 15 ore al giorno per poco più di 1 euro all'ora.
"Vitto e alloggio erano compresi – ha spiegato Sara che all'epoca dei fatti aveva 25 anni – ma sono stata fortunata perché l'appartamento in cui vivevo era pulito e lo condividevo con altre tre persone. Una mia cara amica, invece, viveva in una struttura condivisa con altre 8 persone e senza aria condizionata".
"Da animatore in questi villaggi fino a quando non hai finito di fare le prove non si va a dormire. Avevo il mio giorno di riposo e quello nel mio caso è sempre stato rispettato. Le ore di lavoro erano tante, ma in altri villaggi andava meglio ed erano spezzate diversamente. Il lavoro era davvero duro, quando si parte bisogna sapere che è una vita sottopagata ma molto divertente e formativa. Chiaramente è un ruolo ‘pensato' per ragazzi giovani, quando ho deciso di fare quest'esperienza io ero già più grande rispetto alla media".
"Dopo la prima esperienza di 3 mesi, da maggio a luglio, ci sarebbe stato uno scatto nella paga – ha spiegato Sara – ma di pochissimo, circa 50 euro. Non era sostenibile. A settembre avrei dovuto fare altri 6 mesi da animatrice a Fuerteventura e non più a Jesolo. Ho fatto solo un mese perché non mi trovavo bene e per 500 euro non avrei continuato".
"A me il lavoro da animatrice piaceva molto, ho sempre pensato fosse un'esperienza da fare almeno una volta nella vita. Conosci tanta gente e ti rende indipendente, ma si può fare per una stagione e basta, soprattutto per la paga. Se fai carriera puoi anche pensare di fare questo lavoro più a lungo, ma mai per sempre. Il responsabile degli animatori guadagna un po' di più, ma fa molti sacrifici. Conosco una coppia che ha viaggiato per anni per il mondo facendo questo lavoro, ovviamente sempre in luoghi separati, ma poi sono diventati genitori e hanno smesso. Non è una vita pensata per lavoratori che vogliono costruirsi una famiglia, a meno che tu non abbia la certezza di stare sempre nello stesso luogo e questa è una garanzia che in genere non hai. Si parla inoltre di contratti che possono estendersi per anni, ma che non sono ‘indeterminati'".
"Le paghe sono la maggiore criticità. Se sei un ragazzo magari lo fai per divertirti e per fare esperienza più che per il denaro, ma le cose cambiano da caso a caso. Una persona che va a lavorare per la paga, invece, resta scontenta. Secondo la mia esperienza, bisogna partire con l'idea di andare in un bel posto, lavorare tanto ma divertirsi. Non è lo stesso per tutti, ovviamente, perché le esigenze sono diverse e le storie sono diverse".
" Penso che buona parte del problema sia nella paga, perché il nostro Paese non tratta adeguatamente questi lavoratori – ha sottolineato Sara nel corso dell'intervista telefonica -. L'agenzia che aveva assunto me, per esempio, lavorava anche in Germania. I ragazzi tedeschi che erano stati assunti venivano pagati molto di più di noi, anche sui 1000 euro per lo stesso lavoro che facevo anche io. Questo perché in Germania il mercato del lavoro è diverso e non parti per 450 euro. Preferisci restartene a casa e magari lavorare in un ristorante".
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