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“Sono sola e non mangio da tre giorni”, 90enne aiutata dai carabinieri alla vigilia di Natale

È accaduto a Cannobio, sul Lago Maggiore, dove un’anziana, in condizioni di estrema precarietà, è stata soccorsa dai carabinieri. Trasportata all’ospedale di Verbania, è ora assistita e al sicuro.
A cura di Biagio Chiariello
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Alla vigilia di Natale, quando le case si riempiono di luci e voci, c’è chi il silenzio lo vive come una presenza costante. È quello che stava accadendo a Cannobio, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, dove una donna di oltre novant’anni si trovava sola in casa, fragile, senza mangiare da giorni e senza nessuno accanto.

L’allarme è scattato nel pomeriggio di lunedì 23 dicembre, da una telefonata carica di preoccupazione. Dall’altra parte del filo c’era una parente che vive a Milano: poche frasi, ma sufficienti a far capire che qualcosa non andava. La donna le aveva confidato di non riuscire più a badare a se stessa e di non mettere qualcosa sotto i denti da un po'. Tentare di contattare i vicini non era servito a nulla. A quel punto, senza altre alternative, la parente ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri.

La Centrale Operativa di Verbania ha attivato immediatamente la Stazione di Cannobio. Non è stato semplice arrivare subito all’abitazione giusta: le prime informazioni erano frammentarie, il nome e l’indirizzo non coincidevano. Solo grazie alla collaborazione con gli uffici comunali e a un dettaglio in più – il cognome da nubile della donna – i militari sono riusciti a individuare con precisione la casa.

Quando i militari hanno varcato la soglia, si sono trovati davanti una realtà che non aveva bisogno di parole per essere compresa. L’anziana non era in condizioni di emergenza igienica o sanitaria, ma appariva chiaramente provata, debole, vulnerabile. Una fragilità che andava oltre i parametri clinici: era la fragilità di chi vive solo, di chi ha bisogno non solo di assistenza, ma anche di ascolto, di una presenza, di qualcuno che si fermi e resti.

I carabinieri le hanno prestato un primo supporto, restando con lei e rassicurandola. Pur non essendoci un pericolo immediato, è stato ritenuto opportuno l’intervento del personale sanitario. L'anziana è stata così accompagnata all’ospedale di Verbania per accertamenti e per garantirle cure e assistenza adeguate.

Parallelamente, è stato avviato un lavoro silenzioso ma fondamentale: ricostruire la sua rete familiare. I figli della donna, residenti all’estero, sono stati rintracciati e informati della situazione. Con loro è stato avviato un confronto per individuare una soluzione stabile, capace di garantire alla madre l’assistenza necessaria nei prossimi giorni e nel futuro, valutando anche l’eventuale inserimento in una struttura assistenziale o altre forme di supporto continuativo.

Dal Comando spiegano che interventi come questo fanno parte di una missione più ampia: essere vicini ai cittadini, soprattutto a chi è solo o in difficoltà. In questo caso, la tempestività e la collaborazione tra forze dell’ordine, servizi sanitari ed enti locali hanno fatto la differenza.

La storia di Cannobio, proprio alla vigilia di Natale, riporta al centro una realtà spesso invisibile: la solitudine degli anziani. Non sempre si manifesta con emergenze eclatanti. A volte è fatta di giorni che scorrono tutti uguali, di pasti saltati, di telefonate che diventano l’unico filo con il mondo esterno. Piccoli segnali che, se colti in tempo, possono evitare conseguenze ben più gravi. Così come successo per questa vecchina in Piemonte.

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