Sms solidali, arriva la super-società che gestirà la raccolta fondi via messaggi

Le principali compagnie telefoniche si preparano a creare una super-società per gestire e “ottimizzare” gli sms solidali. La notizia è riportata da Vita.it, che precisa come l’iniziativa sarà messa in atto entro l’anno, forse già prima dell’estate. Il gruppo per adesso sarebbe formato dalle tre principali compagnie – Tim, Vodafone e Wind – si spera potrà incassare il sì delle altre. Sulla questione nei giorni scorsi si è tenuta a Roma una riunione a cui hanno partecipato i vertici di Tim e Vodafone e alcune organizzazioni non profit tra le maggiori quanto a raccolta fondi (cinque o sei le presenti, meno di quante avessero ricevuto l’invito). Come riporta Vita.it, “l'obiettivo della nuova realtà sarà da un lato razionalizzare” lo strumento dell’sms per le raccolte fondi “oggi a costo zero per il non profit, e dall'altro di potenziarlo offrendo, questa volta a pagamento, ulteriori servizi quali l'elenco dei utenze da cui sono partiti i messaggi di sostegno. L’sms solidale, un tempo fortissimo ma oggi un po’ appannato (anche se continua a raccogliere circa 30 milioni l’anno), oggi infatti non porta alcun profitto nelle casse degli operatori ma rappresenta unicamente lavoro pro bono, costi non indifferenti e zero incassi”.
L’idea è quella di offrire un servizio che dia a anche alle organizzazioni non profit la possibilità di conoscere il nome e il cellulare del donatore, in modo da creare database aggiornati e molto più ampi. “Allo studio delle telefoniche ci sarebbero anche altre opportunità a doppio taglio – benefici a fronte di spese extra – come per esempio la concessione in uso di un numero solidale per periodi lunghi (oltre i canonici 15-20 giorni) o addirittura la possibilità di donare via mobile importi superiori ai classici 1 o 2 euro, come del resto avviene in altri paesi europei” scrive sempre Vita.it. Allo stesso tempo per alcune delle associazioni convocate ci sarebbero dei dubbi: “le più gettonate riguardano il rischio di selezione/discriminazione ai danni delle realtà più piccole, che difficilmente potranno permettersi di pagare i servizi aggiuntivi promessi, lasciando dunque campo libero solo alle grandi corazzate, che già oggi raccolgono gran parte della ‘torta’. Le società telefoniche, dal canto loro, si sono affrettate a rintuzzare i timori, assicurando che si tratta solo di una riorganizzazione, che le associazioni saranno sempre e comunque trattate allo stesso modo e le regole per accedere ai numeri non cambieranno. Almeno per ora”, scrive ancora Vita.it.