Siracusa, nel giorno dei funerali di Laura incendiata la casa del suo assassino

Mentre l'intero paese si fermava per dare l'ultimo saluto alla 20enne Laura Petrolito, la giovane mamma uccisa a coltellate dal compagno la scorsa settimana e poi gettata in un pozzo nelle campagne di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, qualcuno è andato a casa del suo assassino e ha incendiato l'abitazione. Durante i funerali della donna, infatti, un uomo avrebbe preparato una bottiglia incendiaria scagliandola contro la porta di ingresso dell'abitazione della famiglia di Paolo Cugno, il 27enne reo confesso dell'omicidio. La molotov ha innescato immediatamente un incendio che poi avrebbe fatto esplodere anche uno scaldabagno, provocando un boato che è stato avvertito in tutto il paese proprio quando il feretro di Laura stava per entrare nella chiesa.
Fortunatamente le fiamme sono state spente poco dopo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco. Nell'episodio nessuno si è fatto e nessuna persona è stata coinvolta dalle fiamme anche perché l'abitazione al momento è disabitata. Dopo l'arresto e la confessione del 27enne, infatti, la sua famiglia domenica scorsa ha deciso di allontanarsi momentaneamente dal paese proprio per evitare possibili ritorsioni o di essere vittima di episodi come quello avvenuto oggi. "Ci siamo chiesti il perché di tanta violenza e il perché di tanta sofferenza. E voi tutti avete vissuto con particolare partecipazione emotiva questi eventi tragici. Ma adesso ci troviamo in chiesa. Abbiamo iniziato questa celebrazione con il segno della croce riconoscendoci figli di quell'unico Padre" ha ricordato l’arcivescovo di Siracusa durante la sua omelia chiedendo a tutti di pentirsi e non cercare vendette.
"Chiediamo al Signore che dia a Laura la vita eterna e susciti nell’animo di colui che è stata la causa di questa morte vero pentimento. Chiediamo al Signore che anche i nostri sentimenti siano quelli di Cristo Gesù" ha proseguito infatti monsignor Salvatore Pappalardo, indicando come esempio "Gesù morente che chiede il perdono per i suoi crocifissori". "Dobbiamo credere all’amore di Dio e dobbiamo consegnarci nelle mani di Dio. L’importante è sperimentare nella nostra vita l’amore di Dio che ci porta ad amare il nostro prossimo. Chiediamo al signore che ci dia sentimenti e propositi di bene per cui viviamo come fratelli tra di noi" ha concluso il vescovo. All'uscita del feretro dalla chiesa sono stati liberati in cielo palloncini bianchi e rossi con frasi che ricordavano la20ene che tutti chiamavano Lauretta.