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Morte di Simona Cinà

Simona Cinà morta in piscina, domani l’autopsia. Il post dell’amica: “E se fossi rimasta di più alla festa?”

Sul caso della pallavolista ventenne morta in piscina a Bagheria è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, i familiari nelle scorse ore sono stati ascoltato a lungo da carabinieri e procura sullo stato di salute della giovane. Si attendono le prime risposte dagli esami sul corpo.
A cura di Susanna Picone
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“Ci ho messo un po’ a trovare il coraggio, ma per te questo ed altro”. Inizia così un lungo post affidato a Facebook e dedicato a Simona Cinà, la ventenne morta lo scorso weekend durante una festa in piscina in una villa di Bagheria, in Sicilia. A mettere nero su bianco i suoi pensieri – mentre gli inquirenti sono al lavoro per tentare di ricostruire quanto accaduto alla pallavolista – è Francesca Evola, una amica della giovane. Scrive di aver letto tanto in questi giorni, forse troppo, anche di accuse o parole da parte di persone che “ipotizza chi tu sia stata, come ti comportassi”.

“È stato come essere colpiti due volte – scrive la giovane -. Prima da una realtà che non vogliamo accettare. Poi da persone che non hanno nemmeno il rispetto di tacere”. L’amica – che ricorda Simona Cinà come una ragazza piena di vita – chiede rispetto, silenzio, non opinioni, e scrive di provare rabbia adesso. “Rabbia per non averti più. Rabbia per non poter fare più niente. Rabbia per chi ha voluto trasformare una tragedia in uno spettacolo da commentare. Rabbia per chi ha cercato colpevoli tra chi ti voleva bene, tra chi ti era accanto ogni giorno. E rabbia anche con me stessa”: il ricordo va infatti alla sera della festa in piscina.“E se fossi rimasta un po’ di più? – scrive la ragazza – E se avessi notato qualcosa?”.

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Per più di tre ore, ieri, i familiari di Simona Cinà sono stati ascoltati nella caserma dei carabinieri di Bagheria. Al termine dell’incontro hanno voluto ringraziare carabinieri e procura e hanno detto di aspettare delle riposte dall'autopsia in programma domani insieme agli esami tossicologici. Alcuni medici sul corpo della ventenne sono stati già effettuati nelle scorse ore. I genitori e i fratelli di Simona Cinà, anche tramite il loro avvocato, hanno subito avanzato dei dubbi su quanto accaduto la notte della morte della giovane. Hanno parlato di cose che non tornano, poi però la stessa procura di Termini Imerese con una nota aveva smentito alcune ricostruzioni.

Non è vero, ad esempio, che in quella villa non erano stati trovati alcolici e alcuni dei presenti avevano tentato di salvare la pallavolista quando si sono accorti che giaceva in piscina. Sul caso per il momento è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo. Il pm Raffaele Cammarano ha nominato quattro medici dell'istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo per i primi accertamenti. In attesa dei risultati dell'autopsia che dovrà chiarire se nei polmoni della ragazza ci sia acqua, eventuale prova della morte per annegamento, già l'esame radiologico, stando a quanto spiegato da un esperto a Fanpage.it, potrà dare prime risposte per evidenziare, ad esempio, eventuali fratture sul corpo.

Al centro dell'incontro di ieri con i familiari si è parlato, a quanto emerso, delle condizioni di salute di Simona Cinà: gli investigatori stanno cercando di accertare se abbia avuto problemi di salute in passato. Da subito i genitori e i fratelli avevano parlato della ragazza come di una sportiva, con una gran cura del suo corpo, che non faceva uso di stupefacenti e che beveva con moderazione. Hanno sottolineato anche che si era sempre sottoposta a controlli sanitari per ottenere i certificati medici per l'attività agonistica.

Nel corso delle sommarie informazioni rese dai Cinà è stato notificato loro anche il decreto di convalida del sequestro di quanto trovato nella villa: sono stati sequestrati i vestiti della ventenne, il costume che aveva addosso, bottiglie, bicchieri e piatti.

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