Attentato Sigfrido Ranucci

Le prime parole di Ranucci dopo l’attentato: “Mia figlia era lì poco prima, avrebbero potuto ammazzarla”

L’auto del giornalista Sigfrido Ranucci è saltata in aria danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto: “C’è un clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti, negli ultimi mesi ho ricevuto varie minacce”. Il ministro Crosetto: “Gesto gravissimo”, solidarietà da Meloni. Indaga l’Antimafia.
A cura di Susanna Picone
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Una bomba ha distrutto l'auto del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci. È successo nella notte sotto casa del giornalista a Campo Ascolano, alle porte di Roma. L'auto di Ranucci e quella di sua figlia sono esplose e sono state completamente avvolte dalle fiamme. Sono passate da poco le due di notte quando Ranucci affida un primo commento al telefono col Corriere della Sera. Il primo pensiero va alla figlia, passata poco prima vicino al luogo in cui sono esplose le bombe. "Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell'esplosione, avrebbero potuto ammazzare una persona, avrebbero potuto ammazzare mia figlia. Hanno usato almeno un chilo di esplosivo", dice Ranucci.

Il conduttore di Report era in casa al momento dell’esplosione, che è avvenuta intorno alle 22 di ieri sera. Era stato il figlio – spiega – a parcheggiare nel primo pomeriggio in quel posto l’auto.

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E ancora, Ranucci parla di "un clima di isolamento e di delegittimazione" nei suoi confronti, dice di aver ricevuto diverse minacce negli ultimi mesi e di aver denunciato sempre. Tra i vari episodi, spiega, "mi hanno mandato un proiettile di P38, sono stato pedinato da personaggi identificati dalla mia scorta, sono stato oggetto di dossieraggi anche dall’estero". E a chi gli chiede se ha sospetti sul mandante dell’attentato risponde di no, ma che solo pochi giorni fa ha annunciato i temi delle nuove inchieste del suo programma Rai: "Potrebbe non essere una coincidenza".

In un post Report ha fatto sapere che, dopo l’episodio, la Procura di competenza si è attivata per le verifiche necessarie ed è stato avvisato il Prefetto. “La potenza dell'esplosione – aggiungono – è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento".

Sono i pm dell'antimafia di Roma a indagare su quanto avvenuto. Al momento il pm della Dda Carlo Villani – coordinato dall'aggiunto Ilaria Calò – procede per danneggiamento con l'aggravante del metodo mafioso in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell'ordine intervenute.

Tra i primi a esprimere vicinanza e solidarietà a Ranucci il ministro della Difesa Guido Crosetto: "Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile. Un ordigno ha fatto esplodere l'auto di Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi. A lui e alla sua famiglia la mia piena solidarietà e vicinanza".

Anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con una nota esprime "piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere".

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