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Disabile di 14 anni lasciato morire di caldo in casa: fermata la mamma, ha tentato di scappare

La Procura di Caltagirone ha disposto il fermo della mamma del 14enne tetraplegico trovato morto nel letto della sua casa: il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri. Secondo il medico legale, che ha esaminato il corpo dell’adolescente, il decesso sarebbe stato provocato da una “prolungata esposizione esterna del ragazzo, verosimilmente all’azione dei raggi solari”.
A cura di Davide Falcioni
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La Procura di Caltagirone ha disposto il fermo della mamma del ragazzo di 14 anni tetraplegico trovato senza vita nel letto della sua casa: il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri. Secondo il medico legale, che ha esaminato il corpo dell'adolescente, la morte sarebbe stata provocata da una “prolungata esposizione esterna del ragazzo, verosimilmente all’azione dei raggi solari, inconciliabile con la sede di ritrovamento della salma, tanto da far presupporre che sia da collocare almeno 36 ore prima dell’arrivo dei militari" nell’abitazione. La madre del giovane, 45 anni, è indagata per abbandono aggravato di minorenni.  Il corpo del ragazzo, affetto da tetraparesi spastica e ritardo mentale grave,  giaceva nel letto della sua camera nella casa di Grammichele in cui viveva insieme alla madre, vedova da anni.

La quarantacinquenne, disoccupata, si occupava in via esclusiva del 14enne, "persona incapace di provvedere a se stessa per malattia di mente e di corpo", elemento che la Procura di Caltagirone contesta alla donna come aggravante. In passato era stata già denunciata per abbandono del minorenne, all’epoca dei fatti in concorso con il marito. Per l'accusa la madre avrebbe lasciato l'adolescente "all’esposizione prolungata ai raggi solari per un notevole lasso di tempo", tanto da causarne la morte. Avrebbe poi cercato di nascondere l’accaduto tenendo il corpo in casa con i climatizzatori sempre accesi. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore Giuseppe Verzera, hanno "fatto emergere un gravissimo quadro indiziario nei confronti dell’indagata", in primis "le versioni dei fatti contrastanti fornite dalla donna, a partire dalla chiamata al 112 e rese poi nel corso del sopralluogo degli investigatori", dagli "svariati tentativi della stessa di fuggire, ben conscia dei rischi a cui era esposta" e dagli "esiti delle sommarie informazioni acquisite nel corso delle attività esperite". La donna è stata già condotta nel carcere di Catania.

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