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Si masturba guardando i bagnanti a Gallipoli, il video finisce sui social: maxi multa per il 76enne

Un anziano è stato denunciato e multato di 10mila euro per essersi masturbato in pubblico sulla scogliera della località balneare in provincia di Lecce, ripreso da un video virale. La polizia lo ha identificato e ha aperto un procedimento per atti osceni in luogo pubblico.
A cura di Biagio Chiariello
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Un frame del video in questione
Un frame del video in questione

Un uomo di 76 anni è stato denunciato e sanzionato a Gallipoli, in Salento, dopo essere stato sorpreso a compiere atti osceni in pubblico, in pieno giorno, su un tratto di scogliera affacciato sul mar Ionio. L’episodio, avvenuto nella mattinata di lunedì scorso, ha suscitato indignazione tra cittadini e turisti, anche per la rapida diffusione del video che documentava la scena.

Le immagini, registrate da un passante con lo smartphone e poi diventate virali sui social, non lasciavano spazio a dubbi: l’uomo, con i pantaloni abbassati, si masturbava guardando nella direzione di alcune bagnanti, apparentemente ignaro di essere osservato o ripreso. Un gesto compiuto alla luce del sole, in un’area frequentata da famiglie e villeggianti.

A seguito del clamore suscitato dal filmato, gli agenti del commissariato di Gallipoli si sono immediatamente attivati, acquisendo il video e avviando un’indagine per risalire all’identità del responsabile. In breve tempo, grazie anche alla collaborazione di alcuni testimoni, la polizia è riuscita a identificare l'autore del gesto: si tratta di un pensionato residente proprio nella cittadina salentina.

Al termine degli accertamenti, all’uomo è stata contestata la violazione dell’articolo 527 del Codice Penale, che punisce gli atti osceni in luogo pubblico. Oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica, è scattata anche una pesante sanzione amministrativa: ben 10mila euro di multa per l’anziano, già noto alle forze dell’ordine per episodi di disturbo della quiete pubblica.

L’intervento rapido della polizia ha placato le polemiche nate sui social, dove molti utenti avevano invocato l’identificazione del responsabile e l’intervento delle autorità.

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