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Opinioni

Si indaga sulle telefonate e sui viaggi di Federica Gagliardi, la dama bianca di Berlusconi

I magistrati accendono i riflettori sui numerosi viaggi internazionali (Sudamerica) di Federica Gagliardi, arrestata per traffico di droga a Roma. E presto potrebbero spuntare nell’inchiesta anche i tabulati telefonici.
A cura di Vincenzo Iurillo
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Silvio Berlusconi e Federica Gagliardi al G20 di Toronto

Diversi viaggi negli ultimi anni in varie località del Sudamerica. Una sola trasferta però a Caracas, la località venezuelana dalla quale è tornata all’aeroporto di Fiumicino con il trolley pieno di 24 chilogrammi di cocaina. Ed altri viaggi in Africa e in rinomate località turistiche europee, solo nell’ultimo anno (sentiti nei giorni scorsi da ‘Il Fatto Quotidiano’, alcuni suoi amici hanno riferito che tra le sue mete c’era il Kenya). Chi ha visto il passaporto di Federica Gagliardi, la Dama Bianca arrestata in flagranza di reato per traffico internazionale di stupefacenti, che nel 2010 ha partecipato a missioni diplomatiche con l’ex premier Silvio Berlusconi e il faccendiere Valter Lavitola, lo descrive come pieno di timbri ‘sospetti’. Turismo, probabilmente. La bella vita di chi fa parte dei giri giusti del jet set.

Ma ora è lecito ipotizzare che qualche trasferta sudamericana possa essere stata utile ad alimentare il via vai di droga. Per questo, gli investigatori – il Gico della Guardia di Finanza, con il coordinamento del pm di Napoli Pierpaolo Filippelli – hanno chiesto e ottenuto l’acquisizione dei tabulati telefonici della Gagliardi. Per studiarne la rete di relazioni. Per ottenerne informazioni utili sui suoi movimenti attraverso gli ‘agganci’ alle celle telefoniche quando il cellulare è acceso. Per sapere se fosse già in contatto con personaggi legati al giro dello spaccio. O con semplici consumatori. La circostanza non farà piacere agli amici e ai frequentatori della bionda laziale resa celebre per una foto in ‘total white’ vicina a Berlusconi sulla scaletta dell’aereo presidenziale. Ovviamente fare o ricevere una o più telefonate con la Gagliardi, in sé, non significa assolutamente nulla. Gli investigatori, però, scaveranno fino in fondo. Ci vorrà tempo per capire se i tabulati forniranno elementi buoni all’accusa o alla difesa. Nel frattempo la Dama Bianca trascorre le sue giornate reclusa nel carcere femminile di Fiumicino. Sta riflettendo su una decisione importante: se collaborare o meno.

Le telefonate di Federica Gagliardi

La Procura attende un cenno e intanto prosegue il suo lavoro. A cominciare dall’analisi delle informazioni che provengono dal Venezuela, dove nei giorni scorsi sono stati arrestati con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti quattro lavoratori del fast food ‘Cafè Olè’ dell’aeroporto di Caracas (da dove si imbarcò la Gagliardi), un agente della guardia nazionale boliviana, un ufficiale aeroportuale e un altro ufficiale di polizia di Stato di Vargas. Alcuni di loro avrebbero avuto contatti con la Gagliardi: frequentazioni amicali, persino – secondo le nostri fonti – qualche cena. Rapporti confidenziali che la Dama Bianca potrebbe aver utilizzato per aggirare i controlli in partenza dal Sudamerica. Fidando su ‘protezioni’ all’arrivo, che però si sono dissolte nel nulla. Fino all’epilogo dell’apertura del bagaglio, zeppo di 24 chilogrammi di polvere bianca del valore di 6 milioni di euro.

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Vincenzo Iurillo è giornalista professionista dal 2002. Nel 2009 con Bruno De Stefano ha scritto ‘La Casta della Monnezza’ (Newton Compton). Scrive sul Fatto Quotidiano sin dalla nascita della testata fondata da Antonio Padellaro, Peter Gomez e Marco Travaglio. A gennaio una sua incalzante inchiesta in più puntate da Benevento ha provocato le dimissioni del ministro Nunzia De Girolamo.
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