video suggerito
video suggerito

Sesso e adolescenti, primi rapporti a 17 anni e confusione su contraccezione e infezioni

Il quadro che emerge da una ricerca realizzata dal Censis sulla sessualità dei millennials: quasi tre ragazzi su dieci non si proteggono da malattie come Papilloma Virus, Clamidia, Epatiti B, Hiv e tantissime altre. E quello della sessualità precoce sembra un mito ormai superato.
A cura di Susanna Picone
31 CONDIVISIONI
Immagine

Primi rapporti sessuali intorno ai 17 anni e parecchia confusione in materia di contraccezione e prevenzione. È quanto emerge dalla fotografia scattata dal Censis riguardo la sessualità dei millenians. Stando ai risultati della ricerca “Conoscenza e prevenzione del Papillomavirus e delle patologie sessualmente trasmesse tra i giovani in Italia”, realizzata dal Censis e presentata nella sala Zuccari del Senato a Roma, sembra ormai essere superato il mito della sessualità precoce tra i ragazzi italiani dato che fanno sesso per la prima volta poco prima della maggiore età, intorno ai 17 anni, mentre solo il 19,8 percento ha dichiarato di averlo fatto prima dei 16 anni. Inoltre, rispetto al passato, viene fuori un recupero del gap tra ragazzi e ragazze: per entrambi, infatti, l’età della “prima volta” è molto simile, ovvero di 17,5 anni per maschi e 17,3 per le femmine.

Malattie a trasmissione sessuale: giovani parlano soprattutto di Aids

Dalla ricerca del Censis, realizzata con il supporto di Sanofi Pasteur-MSD e condotta su un campione di mille ragazzi tra 12 e 24 anni, viene fuori che però c’è confusione quando si parla di contraccezione e prevenzione. Quasi la totalità dei giovani italiani (il 93,8 percento) ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse e in particolare è l’Aids la patologia maggiormente citata dall’89,6 percento dei giovani mentre solo il 23,1 percento parla di sifilide, il 18,2 percento di candida, il 15,6 percento di Papilloma Virus e ancor meno conoscono patologie come gonorrea, epatiti o herpes genitale.

Attenti alle gravidanze, ma in pochi si proteggono dalle malattie

Il 92,9 percento di chi ha avuto rapporti sessuali completi dichiara di stare sempre attento per evitare gravidanze ma una quota molto inferiore, il 74,5 percento, si protegge con altrettanta costanza per evitare infezioni a trasmissione sessuale, mentre il 19,5 percento lo fa raramente e il 6 percento mai. “Questo indica che quasi 3 su 10, o un terzo – ha spiegato Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis – non teme infezioni sessuali, un dato non rassicurante che mostra eccessiva tranquillità nell'affrontare il tema”. Tra chi non si protegge, la metà ritiene che queste malattie si possano contrarre solo attraverso rapporti con prostitute. Secondo l’esperta c’è confusione tra contraccezione e prevenzione: il 70,7 percento usa infatti il preservativo come strumento di prevenzione contro le infezioni sessuali, ma il 17,6 percento colloca erroneamente la pillola tra gli strumenti di prevenzione piuttosto che tra i mezzi di contraccezione.

Centrale il ruolo dei media nell’informazione

Solo in pochi tentano di chiarirsi le idee informandosi presso medici e farmacisti (il 9,8 percento del totale) mentre resta centrale il ruolo dei media nell’informazione, utilizzato dal 62,3 percento del campione, seguito dalla scuola al 53,8 percento. Il ruolo di quest'ultima mostra differenze tra le diverse aree del Paese: è infatti più forte al Nord rispetto al Sud della penisola. “Resta molta diffidenza – ha spiegato Andrea Lenzi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia – da parte dei giovani nei confronti dell'andrologo. Molti non lo conoscono, la maggior parte ritiene di non averne bisogno. Culturalmente non sono abituati a considerare la possibilità che anche i maschi possano essere interessati da patologie che riguardano il sesso. Dobbiamo sviluppare maggior informazione ed educazione”.

31 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views