Sembrava morto per ipotermia, era omicidio. Due arresti a Reggio Emilia

Era la vigilia di Natale dello scorso anno quando il corpo senza vita di Muhammad Asghar, 44anni, pachistano, venne trovato a Cadelbosco Sopra, in provincia di Reggio Emilia. Il decesso dell'uomo venne liquidato come un caso di ipotermia e archiviato in fretta e furia. In realtà l'immigrato era un corriere "ovulatore" che anziché essere soccorso, quando l'ovulo carico di eroina che aveva ingerito si ruppe, fu tenuto per giorni in un covo e poi abbandonato morente in una strada di campagna.
Ebbene, i due spacciatori che ne causarono la morte a lungo hanno creduto di averla fatta franca, ma ieri sono stati arrestati dai carabinieri della cittadina emiliana. Il pm Giacomo Forte ha ottenuto dal gip del Tribunale un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio e traffico di stupefacenti dalla Spagna. L'autopsia ha dimostrato che il decesso, in un primo momento attribuito a cause naturali, era invece stato causato da un'occlusione intestinale provocata dalla lacerazione di alcuni ovuli di eroina trovati all'interno dell'apparato digerente. Le indagini, che si sono concentrate sull'analisi degli spostamenti della vittima, dei suoi contatti telefonici e degli oggetti rinvenuti tra gli effetti personali, hanno consentito di documentare come il pakistano pochi giorni prima della morte fosse giunto all'aeroporto di Milano Malpensa con un volo aereo proveniente da Barcellona.
L'inchiesta ha inoltre raccolto diverse testimonianze in merito alle ultime ore di vita vissute dal corriere, consentendo agli inquirenti di acquisire incontrovertibili elementi di colpevolezza a carico degli indagati, rispettivamente domiciliati a Busto Arsizio (Mi) ed a Bagnolo S. Vito (Mn).