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“Sei una schifosa, dovresti ammazzarti”: le umiliazioni subite da Roberta Bertacchi prima del suicidio

Roberta Bertacchi, 26 anni, si tolse la vita dopo mesi di insulti, minacce e umiliazioni dal convivente Davide Falcone, accusato di maltrattamenti. “Schifosa”, “falsa”, “dovresti ammazzarti”: parole che, secondo i familiari, l’hanno spinta alla disperazione. Per il reato di istigazione al suicidio, tuttavia, è stata chiesta l’archiviazione.
A cura di Davide Falcioni
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Fino a poche ore prima di suicidarsi, Roberta Bertacchi avrebbe subito un crescendo di insulti, minacce e umiliazioni da parte del suo convivente. È quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato dalla Procura di Lecce a Davide Falcone, 35 anni, di Casarano, fidanzato della ventiseienne di Ruffano trovata senza vita il 6 gennaio 2024 sulla pensilina del balcone della sua abitazione di via del Lavoro.

L’uomo è indagato per maltrattamenti contro familiari e conviventi. Per il reato di istigazione al suicidio, invece, la sostituta procuratrice Rosaria Petrolo ha chiesto l’archiviazione. Una decisione a cui la famiglia della giovane, assistita dagli avvocati Luciano De Francesco e Silvia Romano, ha deciso di opporsi con forza.

L’inchiesta, partita inizialmente per istigazione al suicidio, si è estesa dopo una querela presentata dai familiari della vittima. Gli inquirenti descrivono un quadro di violenza psicologica e fisica che avrebbe segnato la vita della ragazza negli ultimi tre mesi. Roberta, secondo l’accusa, sarebbe stata costretta a vivere in uno stato di costante sottomissione, tra litigi, percosse e umiliazioni che si intensificavano nei fine settimana, quando il fidanzato era spesso sotto l’effetto dell’alcol.

Il movente ricorrente sarebbe stata una gelosia patologica. A fine novembre 2023, in un locale, Falcone avrebbe reagito in modo violento solo perché Roberta aveva salutato l’ex: l’avrebbe spinta fuori con forza, rischiando di farla cadere. Pochi giorni dopo, agli inizi di dicembre, un’altra discussione legata alla gelosia avrebbe portato la giovane, ormai esasperata, a ingerire un numero eccessivo di farmaci. Il 16 dicembre, secondo l’accusa, lui l’avrebbe minacciata di distruggere oggetti, di abbandonarla e di sparire per sempre dalla sua vita.

La sera del 1° gennaio 2024, le offese sarebbero state ancora più crudeli. Davide Falcone l’avrebbe accusata di comportamenti "non consoni" nei confronti di un suo amico e, per l’abbigliamento che indossava, l’avrebbe apostrofata come "schifosa" e "falsa". Pochi giorni dopo, il 5 gennaio, l’ennesima esplosione di rabbia. In un locale, l’uomo avrebbe accusato Roberta di essere la causa dei litigi tra una coppia appena conosciuta. Nonostante le smentite dei presenti, avrebbe continuato a offenderla pubblicamente, arrivando persino a rivolgersi con disprezzo a un familiare della ragazza: "Statti con il nuovo compagno", le avrebbe detto, fingendo di ignorare il legame di parentela. Durante il rientro in auto, le offese si fecero ancora più pesanti. Falcone la definì "poco di buono". Roberta, esasperata, gli lanciò contro del ghiaccio e cercò di uscire dall’auto, scuotendo il sedile per farsi lasciare andare.

La tensione non si spense neppure dopo. Pur avendole permesso di allontanarsi momentaneamente con alcuni amici, l’uomo le avrebbe poi imposto di rientrare a casa, minacciando di sfondare la porta. Quando la vide arrivare, diede in escandescenze: calci a sedie e stendino, poi un tentativo di aggressione, strattonandola e tirandole i capelli con tale forza da farle cadere una ciocca. Davanti a testimoni, l’avrebbe umiliata con parole feroci: "Sei un errore, vali meno di zero, sei una traditrice, dovresti ammazzarti". Parole che, secondo la ricostruzione della Procura, segnarono profondamente Roberta, spingendola a reagire con rabbia.

Il giorno dopo, Roberta Bertacchi veniva trovata senza vita. Ma la famiglia non ha mai creduto al gesto volontario: per i genitori e i fratelli, la giovane sarebbe stata indotta a suicidarsi dalle continue vessazioni subite.

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