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“‘Sei straniera, resta al tuo posto’”: vi racconto l’aggressione subita al supermercato con un’amica romena”

Riceviamo e pubblichiamo la storia di una giovane donna che racconta quanto le è capitato in un supermercato del suo paese: lei, italiana, era insieme a un’amica straniera quando, senza alcun motivo, un uomo ha iniziato a insultarla: “Ho pianto nel vedere la mia amica impassibile, come abituata all’atteggiamento ostile delle persone. Mi ha chiesto tante volte scusa, come se la ‘colpa’ delle mie lacrime fosse sua e non di quell’uomo violento”.
A cura di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo la denuncia di Anna (nome di fantasia), una giovane donna che si è rivolta a Fanpage.it per raccontare cosa le è accaduto qualche giorno fa in un supermercato del suo paese. Siamo in un piccolo comune del Sud-Italia dove Anna vive e dove, da molti anni e perfettamente integrata, vive anche una sua amica romena, suo malgrado protagonista insieme a lei di quanto accaduto. Le due donne sono state aggredite verbalmente, con insulti razzisti, mentre facevano la spesa: “Sono scoppiata a piangere, in 35 anni non avevo mai vissuto una cosa simile. E piangevo vedendo la mia amica rimasta impassibile, come abituata all’atteggiamento ostile delle persone. Mi ha chiesto tante volte scusa, come se la ‘colpa' delle mie lacrime fosse sua e non di quell’uomo violento”.

Il racconto di Anna a Fanpage.it

Stamattina ero al supermercato insieme a una mia amica romena ed eravamo in fila al banco macelleria: dopo che lei ha preso le sue cose anche io ho chiesto della carne, ma proprio in quel momento si è intromesso un signore – avrà avuto circa 60 anni – che con aria prepotente mi si è rivolto contro con occhi sprezzanti chiedendomi “tu sei straniera?” e poi asserendo testualmente “chi vi pensate di essere? Imparate l’educazione prima di venire in Italia, dovete stare al vostro posto”.

Sono sinceramente rimasta senza parole, ma ho provato a capire cosa volesse. Mi ha parlato senza rispetto, come “straniera” secondo lui meritavo quel trattamento. Forse lui si è sentito “scavalcato” nel suo turno e, additandomi come “una straniera approfittatrice”, ha pensato che volessi passargli davanti (cosa tra l’altro non vera in quanto ero prima io in fila). Io ero in silenzio, lui invece continuava a ripetere frasi piene di odio e di razzismo. Non voleva avere un dialogo, un confronto con me, io e la mia amica ci siamo anche offerte di farlo passare avanti ma a lui interessava solo aggredirmi.

Sono andata via da lì con la mia carne, ma dopo pochi passi sono crollata. In 35 anni di vita non avevo mai vissuto una cosa simile, non ero mai stata trattata così né guardata in quel modo. Quello sguardo ha fatto anche più male delle sue parole.

Sono scoppiata a piangere davanti alle casse e piangevo anche perché ho notato che la mia amica era rimasta impassibile, come abituata a quell’atteggiamento ostile delle persone. A quell’uomo che mi aggrediva lei, di istinto, ha risposto dicendo “sono io la straniera”, come se avesse voluto proteggermi, come se avesse voluto prendersi responsabilità che non aveva. Ha le spalle larghe e ne ha subite tante. Mi ha chiesto tante volte scusa, come se la “colpa” delle mie lacrime fosse sua e non di quell’uomo violento. Eppure lei non aveva fatto nulla.

Tutto questo è successo davanti a diverse persone, tra dipendenti del supermercato ed altri clienti, compresa la moglie di quell’uomo che non ha detto una parola. Si è avvicinata a me, che continuavo a piangere, solo dopo l’intervento in mia difesa della titolare del supermercato. Lei si è scusata per le parole del marito, da lui invece non è arrivato alcun gesto.

Se hai una storia da raccontare a Fanpage.it puoi scriverci qui

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