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Se togli il filtro antiparticolato Fap o l’Adblue ora la polizia ti stana facilmente

Per contrastare l’ormai diffuso fenomeno della manomissione dei sistemi antinquinamento Fap e dei catalizzatori AdBlue, la polizia stradale si è dotata di nuovi strumenti di diagnosi che in poco tempo riescono a capire se vi sia stata la rimozione dei vari filtri. I controlli per ora si concentreranno sugli autocarri con una prima sperimentazione sull’autostrada A4.
A cura di Antonio Palma
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Lotta ai furbetti del diesel da parte della polizia stradale. Per contrastare l’ormai diffuso fenomeno  della manomissione dei sistemi per il trattamento dei gas di scarico dei motori che vanno a gasolio, infatti, la polizia stradale ha deciso di dotarsi di nuovi strumenti per individuare in poco tempo la rimozione dei vari filtri antiparticolato DPF o FAP e dei catalizzatori con iniezione di AdBlue.

Da tempo infatti molti automobilisti e autotrasportatori hanno iniziato a modificare questi sistemi manomettendo i filtri e le relative centraline elettroniche con lo scopo di risparmiare sulla manutenzione ma anche per evitare i non rari problemi che questi tipi di motori hanno presentato nel corso del tempo. Una pratica che si è diffusa tra le imprese di autotrasporto con la complicità di officine e meccanici ma che è illegale come qualsiasi modifica delle caratteristiche tecniche del mezzo senza riportarlo sulla Carta di Circolazione.

Modifiche che però finora erano impossibili da verificare durante i normali controlli stradali. Per porre rimedio a questa mancanza, nei giorni scorsi alla polizia stradale sono stati consegnati i primi innovativi cinque dispositivi di diagnosi che rendono agli agenti più facile stanare chi ha tolto il filtro antiparticolato Fap o l’Adblue.

Per ora si tratta di una sorta di sperimentazione affidata alla Sottosezione della Polizia Stradale di Palmanova, in provincia di Udine, dove i cinque nuovi strumenti sono stati consegnati a inizio mese di novembre ma man mano saranno coinvolti anche gli altri reparti nel resto d’Italia. Per ora i controlli si concentreranno su camion e autocarri in generale, il tutto finalizzato alla sicurezza stradale e alla tutela dell’ambiente.

Per i controlli si parte dai mezzi in transito sulla A4 e sulla rete di Autostrade Alto Adriatico con una collaborazione tra Polizia Stradale Friuli Venezia Giulia e l’ente che gestisce il tratto autostradali. Il sistema infatti è molto rapido, basta collegare gli apparecchi di diagnosi alla centralina elettronica del mezzo tramite la presa OBD, come avviene nelle officine meccaniche, e accertare eventuali manomissioni dei sistemi antinquinamento Fap o alterazioni del sistema di iniezione Adblue nel ciclo della combustione.

Come ricorda la polizia stradale, le multe previste per chi disattiva i sistemi vanno da poche centinaia di euro  fino a oltre 4mila euro ma con la sanzione accessoria ancora più grave come il ritiro della carta di circolazione e il fermo amministrativo del mezzo per tre mesi.

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