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Scomparsa di Rosa Bechere, vicini alla svolta: ricerche mirate dei carabinieri per trovare il corpo

Si intensificano le ricerche del corpo di Rosa Bechere, la donna sparita improvvisamente nel nulla lo scorso novembre a Olbia. I carabinieri annunciano una nuova ricerca mirata con personale specializzato nei pressi di una chiesa alle porte della città gallurese.
A cura di Antonio Palma
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Potremmo essere molto vicini a una svolta nel caso della scomparsa di Rosa Bechere, la sessantaduenne di Olbia sparita improvvisamente nel nulla lo scorso 25 novembre. Dopo mesi di incertezza sulla sorte della donna, infatti, gli inquirenti hanno annunciato una nuova massiccia campagna di ricerche nella città sarda che si concentrerà nel quartiere di San Vittore, vicino alla chiesa campestre, nell'agro attorno alla città.

Ricerche mirate alle porte della città gallurese, dunque, che vedono impegnati numerosi uomini delle forze dell’ordine e che sono un chiaro sintomo che più di qualcosa nelle indagini si è mosso. Per gli inquirenti nessun dubbio che Rosa Bechere sia stata uccisa e si cerca dunque il suo corpo senza vita che l’assassino o gli assassini avrebbero fatto sparire in zona. Al momento gli indagati restano due, una coppia di vicini della donna

Le ricerche del corpo di Rosa Bechere a Olbia

Per portare avanti le ricerche del corpo di Rosa Bechere, ordinate dai pm dopo gli ultimi sviluppi investigativi, è stato messo a punto un piano che vede la partecipazione di diverse unità specializzate dei carabinieri oltre agli uomini del reparto territoriale di Olbia.

Alle attività di ricerca, che dureranno più giorni, infatti parteciperanno anche i Cacciatori di Sardegna e unità cinofile con cani specializzati per la ricerca di resti umani. Un dispiegamento di forze che conferma come i Carabinieri siano fiduciosi nella possibilità di ritrovare il luogo dell’occultamento del cadavere della scomparsa.

Gli indagati per la morte di Rosa Bechere

Gli indgati sono due, una coppia amica della donna che, secondo gli inquirenti, voleva impossessarsi dei soldi della donna attraverso carte di credito postali poi usate per prosciugare il suo conto dove veniva accreditato anche il reddito di cittadinanza.

Secondo l’ipotesi investigativa, i due indagati avrebbero somministrato alla presunta vittima diversi farmaci per soggiogarla dopo l’arresto del marito, avvenuta per la morte di un altro uomo residente nello stesso palazzo, bruciato vivo dopo una lite per questioni di vicinato. I due si sono sempre detti innocenti sostenendo che l’eventuale ritrovamento del cadavere di Rosa Bechere non farà altro che scagionarli.

La scomparsa di Rosa Bechere da Olbia

A denunciare l’improvvisa e inspiegabile scomparsa della donna nelle case popolari di via Petta, nel rione San Nicola, erano stati le assistenti sociali che si stavano occupando di lei dopo l’arresto del compagno per omicidio nel marzo precedente. Gli inquirenti avevano quindi ricostruito gli ultimi contatti della donna, risalendo ai due coniugi.

A causa della sua condizione economica, sociale e personale, Rosa Bechere incassava il Reddito di cittadinanza ma anche l'assegno di invalidità. Proprio questo, secondo la Procura di Tempio Pausania, avrebbe fatto gola ai vicini accusati di aver sottratto le carte Bancoposta e Postepay usate per l’accredito del reddito di cittadinanza e di aver  incassato le somme percepite. Per l'accusa i due si sarebbero avvicinati a lei dopo l'arresto del compagno e, dopo essersi procurati alcuni farmaci calmanti, li avrebbero somministrati alla Bechere in modo da renderla incapace di agire. Ricostruzione rigettata dal legale dei due che ha affermato: "Paradossalmente sono accusate di crimini gravissimi proprio le due persone che più sono state da sempre vicine e solidali con la donna scomparsa".

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