Scajola, la ex segretaria: “Ero a disagio per i suoi incontri con Chiara Rizzo”

“Ho fatto presente al mio datore di lavoro Scajola che gli incontri con la Rizzo di cui ero a conoscenza e complice mi creavano disagio verso sua moglie che conosco da anni. La mia esternazione non ha prodotto alcun esito”. E’ uno dei passaggi del memoriale di Roberta Sacco, la ex segretaria dell’ex ministro berlusconiano accusato di aver tentato di far fuggire in Libano Amedeo Matacena, un ex deputato del Pdl latitante dopo una condanna. La lettera è stata inviata alla Dda di Reggio Calabria il 24 maggio scorso, pochi giorni prima del suo interrogatorio. “Avevo il compito di verificare gli spostamenti di Chiara Rizzo su indicazione di Scajola. Tra l’altro negli ultimi due anni i loro contatti si sono fatti molto più intensi e periodici”. La rivelazione sui rapporti tra Scajola e lady Matacena è stata rilasciata dalla Sacco, durante un interrogatorio lo scorso martedì. La donna avrebbe esternato le sue perplessità in merito a una frequentazione così assidua visto “a volte la Rizzo veniva in ufficio per pranzare con Scajola". La ex segretaria ha avuto modo di rivelare altri particolari della vita dell’ex ministro: “Nell’ultimo periodo aveva delle difficoltà economiche – ha aggiunto -, infatti ha sforato i fidi concessi dalle banche”. La Sacco ha avuto modo di conoscere anche il bilancio familiare di Scajola “in quanto richiestomi espressamente. Ho fatto il conteggio delle spese mensili proprio per questo motivo”.
La segretaria di Scajola sulla lettera per l'asilo politico di Matacena in Libano
La donna ha poi risposto in merito a una lettera scritta in francese che si ipotizzava potesse essere stata scritta dall’ex presidente libanese Amin Gemayel per una ipotetica richiesta di asilo politico. “Ho letto il fax – ha raccontato – e ho capito che si trattava di operazioni relative a Matacena. Scajola però non me lo ha mai detto chiaramente”. Il documento in questione è ora al vaglio del Tribunale del riesame. La Sacco ha potuto guardare l’appunto scritto a mano su carta intestata della Camera dei Deputati con una serie di indicazioni per gli avvocati di Matacena. “Non lo ho mai visto: intendo precisare che Scajola non scrive mai appunti in corsivo”, ha detto la ex segretaria. Si è parlato anche di Vincenzo Speziali, l'imprenditore catanzarese, nipote e omonimo dell'ex senatore del Pdl, che, secondo l'accusa, avrebbe aiutato Scajola nel suo progetto di spostare Matacena da Dubai, dove si trova, in Libano per fargli ottenere l'asilo politico e sottrarlo all’arresto. “Ricordo – ha detto anche la donna – di aver sentito parlare del dott. Vincenzo Speziali quando Scajola era ancora ministro: non ricordo in che epoca ciò avvenne”.