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San Biagio, uccise il padre violento: rinviato a giudizio. “Incapace di intendere e di volere”

Rinviati a giudizio Alessio e Simone Scalamandrè, i due fratelli accusati dell’omicidio del padre Pasquale avvenuto a San Biagio nell’agosto del 2020. Alessio, che ha subito confessato il delitto escludendo la partecipazione del fratello, ha dichiarato che il genitore aveva da sempre una condotta violenta nei confronti dei figli e della moglie.
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A cura di Gabriella Mazzeo
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Rinviati a giudizio per omicidio in concorso aggravato dal legame di parentela Alessio e Simone Scalamandrè, due fratelli accusati di aver ucciso il padre Pasquale il 10 agosto del 2020. I due avrebbero ucciso il genitore al termine di una lite. Alessio aveva subito confessato l'omicidio, raccontando agli inquirenti che il padre era da sempre violento nei confronti della moglie e dei figli. La donna si era rifugiata in una struttura protetta della Sardegna per sfuggire al compagno. Il giorno dell'omicidio l'uomo si era recato a casa dei figli, a San Biagio, per chiedere ad Alessio di ritirare una denuncia nei suoi confronti per maltrattamenti. A quel punto tra i due era nata una discussione trasformatasi poi in rissa. Il padre lo avrebbe colpito più volte e lui ha reagito con rabbia, uccidendolo. Alessio aveva subito escluso la partecipazione del fratello Simone che però, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato invece il ragazzo nell'omicidio.

I due fratelli sono incensurati e nella piccola comunità di San Biagio tutti li avevano giudicati tranquilli e mai violenti. La pesantissima situazione che i giovani vivevano a causa dei rapporti con il padre era stata messa nero su bianco anche dal gip che aveva convalidato l'arresto di Alessio. "Si ritiene credibile – scriveva – che Alessio e Simone temessero per la propria incolumità a causa del temperamento violento e manesco del padre"

Nell'udienza preliminare di questa mattina si sono costituiti parte civile cinque parenti della vittima. Gli avvocati Luca Rinaldi e Nadia Calafato difendono i due fratelli e hanno depositato delle indagini difensive svolte congiuntamente. Hanno raccolto alcune testimonianze di amici di famiglia che hanno confermato il temperamento violento di Pasquale Scalamandrè, peggiorato dopo che la madre dei ragazzi era stata allontanata per tutelare la sua incolumità. L'uomo voleva a tutti i costi che i due fratelli gli rivelassero il nuovo domicilio della donna.

L'avvocato di Alessio, che aveva fin da subito confessato il delitto, ha inoltre depositato una consulenza tecnica svolta dal medico legale Pietro Ciliberti. Nel documento il medico sostiene che Alessio al momento dei fatti fosse affetto da "un grave disturbo da stress post traumatico con dissociazione peritraumatica". Di fatto, quindi, era incapace di intendere e di volere. Il giovane avrebbe vissuto "eventi insostenibili con una distorsione e inversione dei ruoli  (il figlio che protegge la madre)". In base alla consulenza medico legale, l'infermità legata al contesto familiare violento ha determinato una costante dimensione di pericolo tale da indurre l'aggressione al genitore.

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