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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, zio Danish in aula: “Quella sera piede di porco e pale servivano per salvare le serre”

Danish Hasnain, a processo a Reggio Emilia per l’omicidio di Saman Abbas, ha reso dichiarazioni spontanee in aula facendo riferimento alle ore in cui, secondo la Procura, sarebbe maturato il delitto. Il suo avvocato: “Con la nipote aveva un ottimo rapporto”.
A cura di Susanna Picone
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“La notte del 29 aprile era brutto tempo e per otto delle numerosissime serre la chiusura andava fatta manualmente. I teli alzati potevano essere spostati soltanto, oltre che con la carrucola, con quella sorta di piede di porco”. Così oggi in aula, nel corso del processo per l’omicidio di Saman Abbas, si è difeso lo zio Danish Hasnain, che secondo l’accusa ha ucciso la nipote 18enne ma che continua a dirsi innocente e puntare il dito contro gli altri familiari della ragazza di Novellara.

Danish ha reso dichiarazioni spontanee in aula facendo riferimento alle ore in cui, secondo la Procura, sarebbe maturato il delitto. Ha spiegato che quella sera si trovava nelle campagne attorno a Novellara assieme ai due cugini con "due pale e un piede di porco" per mettere in salvo le serre. Le telecamere della zona riprendono i tre con questi strumenti che, per l'accusa, sarebbero serviti a seppellire Saman Abbas.

Lo zio di Saman, imputato al processo
Lo zio di Saman, imputato al processo

“Si era dubitato che i tre strumenti che il mio assistito e gli altri due imputati avevano in mano, due pale e un altro definito piede di porco, potessero servire a svolgere attività lavorativa – ha aggiunto a margine dell'udienza il difensore dello zio della vittima, l'avvocato Liborio Cataliotti – Danish ha spiegato come invece tutti gli attrezzi, compreso l'ultimo, fossero utili al loro impiego. In particolare quello che viene impropriamente definito piede di porco serviva per aprire 8 delle numerosissime serre che hanno teli innalzati che possono essere spostati solo, oltre che usando la carrucola, usando quello strumento. È la miglior prova, oltre ai filmati agli atti che dimostrano che i tre quel giorno (in orari diversi da quelli rappresentati nel filmato) si erano divisi per andare, ognuno per la loro strada, nei campi. Danish ha detto anche che tipo di lavoro si era andati a fare, chiudere le serre causa maltempo, quelle otto per le quali allora non c'era ancora automatismo”.

"Lo zio Danish e Saman, da quanto emerge dai documenti in mio possesso, avevano un ottimo rapporto e lui in nessun modo ostacolava il suo processo di occidentalizzazione che era già iniziato", ha detto ancora l'avvocato Cataliotti a margine dell'udienza davanti alla Corte d'Assise di Reggio Emilia. In aula ha poi chiesto all'assistente sociale che si occupò del caso se lei avesse mai parlato dello zio e la risposta è stata: "No".

Danish Hasnain è a processo con i cugini di Saman, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz e con i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, entrambi in Pakistan, il padre in carcere e la madre latitante. Oggi la posizione del padre è stata di nuovo separata da quella degli altri quattro imputati.

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