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La morte di Roberto Zaccaria

Roberto Zaccaria e i biglietti trovati dopo la morte: “Messaggi alla mamma invalida su come curarsi”

Roberto Zaccaria scrisse alcuni biglietti alla madre invalida prima di togliersi la vita. Secondo quanto rivelato a Fanpage.it, le avrebbe lasciato indicazioni su come curarsi dopo la sua morte.
A cura di Gabriella Mazzeo
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È stata eseguita nella giornata di mercoledì l'autopsia sul cadavere di Roberto Zaccaria, il 64enne morto suicida in seguito alla messa in onda del servizio della trasmissione televisiva Le Iene. Per un anno l'uomo si era nascosto dietro la falsa identità di "Irene" per chattare con Daniele, 24enne morto suicida dopo aver scoperto di essere stato vittima di catfishing.

Dopo la messa in onda del servizio televisivo sulla storia del giovane di Forlì, il 64enne si è tolto la vita, probabilmente con un mix di farmaci letale. L'uomo ha anche lasciato dei bigliettini nella sua abitazione. Secondo quanto riferito da fonti investigative a Fanpage.it, tutti erano indirizzati alla madre invalida che ha trovato il cadavere.

Zaccaria le ha infatti lasciato una serie di indicazioni su come gestire i giorni dopo la sua morte e su come proseguire le sue cure. "Tutte cose legate alla vita pratica – spiegano – e nessun accenno sulle motivazioni che lo hanno spinto a togliersi la vita".

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Il suicidio resta ancora un'ipotesi: per confermare i sospetti degli investigatori, servirà infatti il risultato dell'autopsia che non è ancora stato reso pubblico. Secondo chi indaga, sarà confermato il decesso dovuto a un mix letale di medicinali assunto dopo la messa in onda del servizio della trasmissione Le Iene.

Dopo l‘apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Forlì per istigazione al suicidio a carico di ignoti, la trasmissione di Mediaset è tornata sulla vicenda durante la messa in onda del programma di martedì 8 novembre. "Una tragedia nella tragedia – ha sottolineato Matteo Viviani, autore del primo servizio sulla storia di Daniele – che non ci lascia indifferenti. Qualunque sia la chiave di lettura che si dà a questa vicenda, parliamo comunque della vita di un uomo. In passato abbiamo trattato casi simili e sappiamo che le vittime sono purtroppo i soggetti più fragili. Dobbiamo chiederci se abbiamo gli strumenti per difenderli".

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