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L'omicidio di Roberta Ragusa

Roberta Ragusa, “Chi l’ha visto?” intervistò l’uomo suicida della lettera anonima

Si infittisce il mistero riguardante la lettera anonima inviata ai Carabinieri e alla trasmissione di RaiTre. La missiva invitava gli inquirenti ad indagare sul dipendente del cimitero suicidatosi nel 2016 sotto il treno della linea ferroviaria di Pisa-Lucca.
A cura di Biagio Chiariello
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Il giallo della lettera anonima inviata a Chi l’ha visto? agli inizi di gennaio in relazione al caso di Roberta Ragusa si arricchisce di nuovi particolari. La missiva invitava gli investigatori ad indagare su un dipendente del cimitero di Pisa, suicidatosi un paio di anni fa, per sbrogliare la matassa della vicenda della donna originaria di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, scomparsa nel nulla nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012. L’uomo era stato descritto come tossicodipendente, con problemi economici e angustiato dopo la scomparsa della Ragusa. Una disperazione tale che lo avrebbe portato a togliersi la vita lungo i binari della linea Pisa-Lucca.

"Chi l’ha visto?" intervistò l’uomo suicida 4 anni fa

Gli autori del programma condotto da Federica Sciarelli ora hanno scoperto di averlo intervistato nel 2014, due anni prima che compisse l’insano gesto. L'uomo era il custode del cimitero finito sotto inchiesta per la presenza di un forno crematorio. Ai microfoni di Rai Tre provò che la struttura era fuori uso e che il corpo della donna non poteva essere stato bruciato. Gli inquirenti stessi avevano escluso l'ipotesi. I colleghi dell’uomo, ascoltati da Chi L’Ha Visto? hanno raccontato della riservatezza e discrezione del dipendente e, a loro avviso, dubitano che sia stato coinvolto nella sparizione del corpo della donna. Il dipendente del cimitero aveva inoltre rivelato di non conoscere né Roberta Ragusa, né il marito Antonio Logli, accusato di omicidio volontario e distruzione del cadavere e il 21 dicembre dell’anno scorso è stato anche condannato a 20 anni di reclusione con il rito abbreviato. Non è esclusa che la lettera possa essere opera di un mitomane, lo stesso magari che nei precedenti anni aveva provato a depistare le indagini.

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