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Rifiuti a Napoli, assolti Antonio Bassolino e tutti gli imputati

“Il fatto non sussiste”. Il tribunale scagiona l’ex governatore della regione e gli altri 27 imputati. Dissequestrati i siti di stoccaggio.
A cura di B. C.
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Assoluzione con formula piena per i 28 imputati nel processo per presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania. Tra tutti, spicca il nome dell’ex presidente della Regione Campania ed ex commissario straordinario all’emergenza rifiuti Antonio Bassolino. La sentenza è stata emessa dalla V sezione del Tribunale di Napoli. Le ipotesi di reato andavano  dalla frode in pubbliche forniture alla truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e illeciti ambientali. C'è però da dire che numerosi capi di imputazione erano già prescritti, visto che i fatti contestati risalivano al periodo tra il 2000 e il 2005. Oltre a Bassolino, tra gli altri ventisette imputati figuravano anche Pierluigi Romiti, ex dirigente del gruppo Impregilo, Armando Cattaneo, ex amministratore delegato di Fibe (società del gruppo Impregilo coinvolta, tra le altre cose, nella costruzione del sito di stoccaggio di ecoballe di Toppa Infuocata a Fragneto Monforte), Raffaele Vanoli all'epoca dei fatti contestati subcommissario all'emergenza rifiuti, oltre ad Angelo Pelliccia, direttore generale Fibe.

Bassolino era accusato in particolare di non avere rescisso il contratto con le società aggiudicatarie degli appalti per la gestione dei rifiuti. Il primo commento, dopo la sentenza d'assoluzione, e degli avvocati penalisti Giuseppe Fusco e Massimo Krogh, legali dell'ex governatore: "Questa decisione che dimostra la verità dei fatti ripaga Bassolino di un calvario di sofferenza".  Per Bassolino il pmPaolo Sirleo, al termine di una requisitoria durata 20 ore, aveva chiesto la prescrizione per tutti i capi di imputazione, pur sottolineando il fatto "che abbia concorso nella perpetrazione dei reati". Il tribunale ha disposto anche il dissequestro dei siti e la loro restituzione alle Province.

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