Ricoverato per un TSO, 36enne muore dopo il viaggio in ambulanza. La famiglia: “Vogliamo sapere cos’è successo”

Giuseppe Augliera, 36 anni, era un ragazzo schizofrenico seguito ormai da tempo dal Centro Salute Mentale di Messina dove viveva insieme alla madre e alla sorella minore. Sabato 25 ottobre è deceduto dopo il suo arrivo all'ospedale Corleone di Palermo, raggiunto con un lungo viaggio in ambulanza dal nosocomio Papardo di Messina. Una fine tragica per un uomo fragile, un paziente psichiatrico che da anni era in cura e veniva sottoposto a trattamenti per stabilizzare l'umore.
Il racconto dei familiari di Giuseppe Augliera
Il giovedì di quella settimana Giuseppe inizia a manifestare sbalzi d'umore preoccupanti. "Ha iniziato a urlare frasi sconnesse verso mia mamma e mia sorella, si è spogliato nudo ed è uscito in balcone – racconta la sorella Angela – perciò abbiamo chiamato il 118 per paura potesse fare male a qualcuno o a se stesso".
Giuseppe arriva in serata all'ospedale Papardo di Messina ma da lì si allontanerà almeno due volte, secondo la testimonianza dei familiari, in attesa della firma di un Tso. "Due giorni in attesa di un TSO e mio fratello nel frattempo è scappato dell'ospedale, girovagando chissà dove per la città fino a tornare sotto casa nostra in condizioni pessime" spiega Angela scuotendo la testa. Senza un trattamento sanitario obbligatorio infatti, in ospedale nessuno può trattenerlo essendo un uomo adulto. Finalmente nella tarda serata di venerdì arriva il modulo per il trattamento sanitario obbligatorio ma il trasporto del paziente viene posticipato al mattino seguente. "Il documento all'inizio era arrivato ma con la data di nascita di mio figlio sbagliata – racconterà poi ai carabinieri Andrea, il padre di Giuseppe – perciò abbiamo dovuto aspettare ancora prima di avere il documento giusto e firmato ma ormai era quasi notte quindi si è deciso di aspettare il giorno seguente per portarlo a Palermo".
"Vogliamo l'autopsia"
Secondo il racconto dei suoi familiari, Giuseppe sarebbe salito in ambulanza con le sue gambe, quattro ore dopo sarebbe invece arrivato in fin di vita all'ospedale Corleone di Palermo ed è morto dopo pochi minuti. "Vogliamo sapere cosa è successo a Giuseppe durante il trasporto, non ci basta sapere che è morto per un arresto cardiaco come ci hanno detto", spiegano con fermezza i suoi cari.
Per questa ragione il padre si è recato subito alla caserma dei carabinieri di Messina Gazzi per presentare un esposto. La procura di Termini Imerese al momento ha aperto un fascicolo ma non è ancora noto il capo di imputazione, nei prossimi giorni probabilmente si sceglierà se disporre o meno un'autopsia o un esame tossicologico sulla salma.
La famiglia di Giuseppe, difesa dall'avvocato Tancredi Traclò del foro di Messina, chiede che sia fatta al più presto chiarezza sulla sua morte. "Vogliamo conoscere la verità, sapere come è morto Giuseppe e se qualcuno ha sbagliato a somministrare qualche farmaco. Giuseppe era un ragazzo schizofrenico ma per il resto perfettamente in salute e per questo pretendiamo di sapere come si è arrivati a un arresto cardiaco".