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Covid 19

Ricoverata per Covid si strappa l’ossigeno, cade dal letto e muore: si indaga su ritardo soccorsi

Brigida Ranno, 52 anni, è morta lo scorso 10 marzo dopo essersi strappata il tubo dell’ossigeno ed essere caduta dal letto della stanza dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, dove era ricoverata per una polmonite bilaterale causata dal Covid. Un video mostra i ritardi nell’intervento dei soccorritori.
A cura di Davide Falcioni
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Omicidio colposo. È questa l'ipotesi di reato su cui la Procura di Vercelli ha iscritto nel registro degli indagati 26 persone in relazione alla morte di Brigida Ranno, 52enne dipendente di una ditta addetta alla preparazione dei pasti nelle mense scolastiche deceduta lo scorso 10 marzo all'ospedale Sant'Andrea di Vercelli, dove era stata trasferita dal Gradenigo di Torino in seguito all'aggravamento delle sue condizioni di salute a causa del coronavirus.

Stando a quanto è emerso dalle indagini – riguardanti personale medico, infermieristico e altri soggetti esterni all'ospedale – la donna, ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva con una polmonite bilaterale causata dal Covid-19 e intubata, si è svegliata improvvisamente dalla sedazione e, probabilmente stordita e sotto shock, dopo essersi strappata il tubo che le permetteva di respirare, è caduta dal letto, morendo poco dopo.

L'incidente che ha visto protagonista la donna è stato ripreso dalla telecamera installata nella stanza dell’ospedale. Il video, acquisito dalla Procura, mostra tutta la sequenza prima del decesso: la 52enne che si sveglia e si strappa il tubo dell'ossigeno poi cade sul pavimento. A interessare gli inquirenti sono però soprattutto i momenti successivi. Si attivano gli allarmi, entra un'infermiera, guarda i macchinari ma ignora la paziente a terra, poi esce senza soccorrerla per tornare poco dopo insieme ad altre persone, che indossano i dispositivi di protezione, analizzano ancora i monitor e solo dopo alcuni minuti iniziano le manovre per tentare di rianimare Brigida Ranno, quando però ormai è troppo tardi. La Procura dovrà chiarire come mai il caso non sia stato trattato con la dovuta tempestività, come avrebbe richiesto l'emergenza, bensì con un ritardo che potrebbe essersi rivelato fatale per la 52enne.

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