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Riccardo morto a 26 anni prima della finta laurea, la madre: “Dovevamo ascoltarlo di più”

La madre di Riccardo Faggin, il 26enne morto in un incidente d’auto alla vigilia della festa di laurea, ha lanciato un appello ai genitori: “Ascoltate i vostri figli e cercate di capirli se vi dicono una bugia”
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Gli chiedevamo notizie sugli esami che stava facendo, gli dicevamo di fare in fretta. Sono cose che tutti i genitori dicono, ci sembrava la normalità. E invece ora proviamo un gran senso di colpa per non aver capito nostro figlio". A parlare in un'intervista a La Repubblica è Luisa Cesaron, 54 anni, madre del 26enne Riccardo Faggin morto in un incidente stradale alla vigilia della laurea. A casa era tutto pronto: la festa e il regalo da consegnare dopo la discussione della sua tesi, ma per Riccardo non era prevista alcuna seduta.

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Con il dramma dell'incidente, sono emerse le bugie che il giovane aveva raccontato. Alla famiglia aveva detto di aver raggiunto la fine del suo percorso di studi ma aveva passato solo una manciata di esami. "Lo vedevamo un po' fermo – ha raccontato la donna -. Lo riprendevamo perché si muovesse con questa benedetta laurea e forse lo abbiamo aggredito troppo. Ai più giovani vorremmo dire di confrontarsi con i genitori se ci sono problemi. Tirate fuori ciò che avete dentro, altrimenti si creano muri impossibili da scavalcare".

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La donna ha voluto poi lanciare un appello anche alle famiglie. "Se i vostri figli raccontano qualche bugia, provate a comprenderli. Cercate di captare i segnali di disagio anche nelle piccole cose. A noi sembrava che Riccardo avesse solo qualche giornata strana, invece aveva indosso una maschera e noi non ce ne siamo mai resi conto".

La madre del 26enne ha raccontato al quotidiano gli ultimi giorni di sofferenza silenziosa dello studente. "Abbiamo visto che non si dava da fare, ma davanti a questo baratro mi chiedo quanto sia stato male. Lui non voleva deluderci. Se ce lo avesse detto, avremmo provato ad aiutarlo". Il tutto, spiega, si sarebbe concluso con una pacca sulla spalla dopo una litigata.

"Riccardo era solo – racconta la madre – e non aveva nessuno con cui parlare. Se avesse avuto amicizie più salde forse sarebbe stato diverso. All'università non era riuscito a stringere legami e la pandemia poi lo aveva chiuso in casa. Ultimamente mi sembrava che si stesse riprendendo ma non era così".

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