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Ravenna. Passò all’amico la dose di droga che lo uccise: ora rischia 30 anni di carcere

Al termine di tre ore e mezza di requisitoria, il Pm Marilù Gattelli, ha chiesto trent’anni per la ragazza accusata di avere materialmente passato la dose di metadone letale a Matteo Ballardini. La Procura di Ravenna contesta l’omicidio volontario aggravato da motivi abbietti e crudeltà.
A cura di Biagio Chiariello
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A due anni dalla morte di Matteo Ballardini "Balla" (lo studente 19enne di Lugo deceduto per overdose la mattina del 12 aprile 2017 in un'auto lasciata, per l'accusa, consapevolmente parcheggiata in un punto defilato della città dai quattro amici che la notte precedente lo accompagnavano) sono arrivate le richieste di condanna da parte del Pm Marilù Gattelli: 30 anni alla ragazza accusata di avere materialmente passato la dose di metadone letale; 16 anni e cinque mesi a testa ai due co-imputati che come la prima hanno scelto il rito abbreviato. E infine la richiesta di rinvio a giudizio per l'ultimo imputato, l'unico ad avere scelto la via del dibattimento. Il Gup Janos Barlotti ha aggiornato l'udienza al 23 aprile prossimo quando, dopo arringa difensiva (quella dell'avvocato della ragazza), ci sarà la sentenza.

Le accuse per la morte di Matteo Ballardini

In base agli elementi raccolti dalla squadra Mobile della polizia, la Procura di Ravenna contesta a tutti e quattro gli imputati, che hanno tra i 22 e i 28 anni, l'omicidio volontario (con dolo eventuale) in concorso e pluriaggravato: dai motivi abbietti e dalla crudeltà. C’è poi l’accusa di sequestro di persona per avere tenuto quel loro amico, ormai "reso incapace e incosciente dal metadone", intrappolato nella vettura e cioè "chiuso in un luogo isolato e confinato per ore fino al sopraggiungere della morte". La ragazza che rischia 30 anni deve rispondere della cessione di metadone non solo a Ballardini: dal novembre 2016 e fino all'11 aprile 2017, ovvero la notte in cui per la Procura passò la dose mortale al 19enne. Oltre ai rispettivi legali, in udienza erano presenti i genitori del defunto e l'unica ragazza tra gli imputati. Il processo è stato rinviato al 23 aprile

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