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Rasi (Ex Ema): “Vaccino russo Sputnik prodotto in Italia? Ci devono dire se è sicuro ed efficace”

Per Guido Rasi ex direttore esecutivo dell’Ema e docente di Microbiologia all’università di Roma Tor Vergata di Roma, “quando si arriva a questo punto non c’è altro da fare che misure restrittive dove ci sono zone a rischio”. Bene la produzione del vaccino russo Sputnik V in Italia: “Ma gli stabilimenti devono essere certificati. La prima fiala deve essere uguale alla milionesima: non è burocrazia, ma scienza”.
A cura di Ida Artiaco
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Ulteriori misure restrittive e accelerazione della campagna di vaccinazione. Sono questi secondo Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema e docente di Microbiologia all'università di Roma Tor Vergata di Roma, gli ingredienti per superare la nuova ondata della pandemia di Coronavirus. Intervenendo alla trasmissione Timeline su Skytg24, Rasi ha infatti spiegato che "quando si arriva a questo punto non c'è altro da fare che misure restrittive dove ci sono zone a rischio. Stiamo pagando l'inerzia strutturale: non si sono fatti i controlli e si è chiuso l'occhio sui comportamenti non congrui. Poi non si è fatto nulla sui trasporti e per intervenire sui flussi di persone nelle strade. Continuo ad essere convinto che più del lockdown occorre far rispettare le regole, ci sono persone che prendono i sussidi e credo che sarebbero contenti di fare i volontari addestrati per vigilare".

Per questo non bisogna perdere tempo e aumentare le dosi di vaccino da distribuire per raggiungere quanto prima l'immunità di gregge. Una buona notizia, secondo Rasi, è l'accordo firmato nelle scorse ore per la produzione in Italia del vaccino russo Sputnik V, primo Paese dell'Unione europea a farlo, tra il fondo governativo russo e la società Adienne Pharma&Biotech. "Assolutamente necessario andare a vedere gli stabilimenti dove viene prodotto Sputnik. Oltre l'efficacia e la sicurezza (e finora abbiamo solo le autodichiarazioni su questi due aspetti), gli stabilimenti devono essere certificati. La prima fiala deve essere uguale alla milionesima: non è burocrazia, ma scienza. Se sarà prodotto da noi in Italia, l'Aifa verificherà e non ci sarà problema. Produrlo in Italia non significa commercializzarlo, ci devono dire se è sicuro ed efficace".

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