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Rapina a Grinzane Cavour, la figlia del gioielliere: “Non so se avremo la forza di riaprire”

“Non so se avremo mai la forza di riaprire, non sono più sicura di niente” ha dichiarato Laura Roggero, figlia del gioielliere di Grinzane Cavour, nel Cuneese, che ha ucciso i due rapinatori durante un assalto al suo negozio mercoledì pomeriggio. “Sono intervenuto perché dovevo difendere mia figlia. Ho fatto quel che avrebbe fatto qualunque papà” ha dichiarato Mario Roggero.
A cura di Antonio Palma
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"Non so se avremo mai la forza di riaprire", è l'amara riflessione di Laura Roggero, figlia del gioielliere di Grinzane Cavour, nel Cuneese, che ha ucciso i due rapinatori durante un assalto al suo negozio mercoledì pomeriggio. "Davo per scontato che sarei arrivata a festeggiato i cinquanta anni di lavoro della gioielleria. Adesso non lo so più. Non sono più sicura di niente" ha dichiarato la donna a Repubblica dopo aver visto quello che è stato il suo mondo per decenni crollarle improvvisamente addosso dopo la sparatoria. Una sequenza ben impressa nella sua mente perché vissuta in prima persona. Laura Roggero infatti era in negozio insieme al padre Mario e alla madre quando i tre rapinatori hanno fatto irruzione con un coltello e una pistola in pugno che poi si è rivelata finta.

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La donna già vittima della precedente rapina

Mentre la madre è stata colpita con un pugno, Laura, sotto la minaccia delle armi, è stata bloccata e immobilizzata dai rapinatori con fascette da elettricista. Una esperienza drammatica che lei stessa aveva già vissuto qualche anno fa quando i malviventi avevano fatto irruzione nella gioielleria di famiglia e con una modalità analoga avevano portato via gioielli e contanti. È stato a quel punto che, secondo la ricostruzione delle vittime, che Mario Ruggero ha aperto un cassetto e tirato fuori la pistola, regolarmente detenuta, sparando ai banditi, uccidendone due e ferendone un terzo. "Il mio papà ha difeso coraggiosamente mia mamma e mia sorella di fronte a un'arma da fuoco puntata con minacce di morte e di aggressione!" ha raccontato la sorella di Laura, Silvia Roggero, non presente in gioielleria al momento della rapina al contrario della sorella.

Mario Roggero: "Dovevo difendere mia figlia"

"Sono intervenuto perché dovevo difendere mia figlia. Quando ho sentito urlare non ci ho visto più. Ho fatto quel che avrebbe fatto qualunque papà nella mia condizione" ha confermato il gioielliere . "Ero lì che guardavo e ho visto quella gente che sparava a mia moglie alla gola. Ho sentito il colpo, non potevo sapere che era una pistola giocattolo. È durato una frazione di secondo. E allora gli sono saltato addosso, così com' ero, a mani nude" ha ricostruito a La Stampa Mario Roggero. Durante la colluttazione "Con la mano destra ho aperto la cassa e con la sinistra ho aperto il cassetto dove sapevo che c’era la mia arma. E simultaneamente ci siamo trovati l’uno contro l’altro. Mi dispiace per quello che è successo, ma lo ripeto, è stata una situazione estrema" ha aggiunto l'uomo che ora risulta indagato in attesa delle indagini che dovranno chiarire quando e dove sono stati esplosi i colpi di pistola. Fondamentale saranno i video delle telecamere di sicurezza. ma anche le autopsie sui cadaveri di Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino, i malviventi di 44 e 58 anni uccisi a colpi di pistola dal gioielliere.

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