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Ragazzino nelle mani dei bulli costretto a lasciare scuola e chiudersi in casa: 5 minori denunciati

La mamma e il papà della vittima hanno capito che qualcosa non andava e hanno cercato di approfondire, trovandosi davanti al terribile racconto. La denuncia alla polizia ha fatto scattare l’inchiesta del Commissariato di Gioia Tauro e infine la denuncia di 5 giovanissimi.
A cura di Antonio Palma
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Per lungo tempo un gruppo di ragazzini avrebbe preso di mira un giovanissimo coetaneo, bullizzandolo e vessandolo in ogni modo, sia verbalmente che fisicamente, fino a indurlo a lasciare la scuola e a chiudersi in casa. Per questi fatti, avvenuti nel Reggino, cinque minori sono stati denunciati dalla polizia di stato alle competenti autorità giudiziarie per presunti atti di bullismo nei confronti della vittima.

I cinque presunti bulli, ragazzini delle medie tra i 13 e i 14 anni, rimangono a piede libero in attesa delle decisioni della magistratura. Il gruppetto individuato a seguito delle indagini condotte dagli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Reggio Calabria. L’inchiesta era partita dopo la denuncia della stessa vittima che si era rivolto alla polizia insieme ai genitori a cui aveva raccontato il suo calvario, spiegando la scelta di chiudersi in casa e non andare a scuola.

La mamma e il papà infatti hanno capito che qualcosa non andava e hanno cercato di approfondire, trovandosi davanti al terribile racconto. Secondo quanto emerso dalle indagini della polizia, la vittima e i cinque indagati frequentano lo stesso istituto scolastico dove si sarebbero conosciuti ma gli atti di bullismo da parte del branco sarebbero avvenuti sia tra le mura scolastiche si all’esterno. La giovane vittima, accompagnata dai propri genitori, infatti ha raccontato ai poliziotti del Commissariato reggino di essere stato oggetto di ripetuti episodi di violenza da parte dei cinque presunti bulli. Insulti e prese in giro continue ma anche botte come schiaffi e spintoni.

Episodi anche violenti, dunque, che si sarebbero ripetuti quasi quotidianamente e che, secondo quanto emerso dal racconto della vittima, hanno provocato in lui un forte stato di ansia e paura che lo hanno indotto a uscire sempre di meno dall’abitazione e a non frequentare più le lezioni a scuola.

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