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Raffaele, la sindrome di Treacher Collins e gli insulti continui: “Offeso anche dai professori”

Nato con una rara malattia che provoca malformazioni al viso, oltre che problemi di udito e di respirazione, Raffaele Capperi è un 26enne della provincia di Piacenza, vittima per anni di bullismo e di insulti a causa della patologia. Per tantissimo tempo si è tenuto tutto dentro, arrivando persino a pensare al suicidio. Ma nel 2019 ha deciso di reagire, mettendosi in gioco su Tik Tok, dove oltre a tanti riscontri positivi, riceve però ancora insulti e messaggi di odio. “Meglio disabili che ignoranti -dice-. Il mio motto? Siate gentili”
A cura di Beppe Facchini
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"Malformato di merda". "La tua vita non ha senso". "Tua madre doveva abortire". "Non ti insulto perchè lo ha già fatto la natura". E via dicendo. Se ne sente dire quotidianamente ancora tante Raffaele Capperi, 26enne di origini calabresi, cresciuto con la famiglia a Monticelli d'Ongina (Piacenza), affetto dalla nascita dalla sindrome di Treacher Collins. Si tratta di una patologia che colpisce, secondo le stime, un neonato ogni 25-50mila e che "provoca malformazioni al viso, problemi di respirazione e udito ma non danneggia l'attività celebrale. A me ha colpito metà del viso" racconta il giovane a Fanpage.it, riavvolgendo il nastro di una vita vissuta per tantissimo tempo all'insegna del bullismo e degli insulti a causa della sua malattia, fino alla rivincita sui social, dove ha raggiunto in pochissimo tempo una più che discreta popolarità (in particolare su Tik Tok), senza però liberarsi definitivamente delle parole di odio e di disprezzo da parte dei soliti patetici haters.

"Quando mia madre mi disse al mondo le dissero che non avrei potuto nè camminare e nè mangiare. In poche parole non avrei vissuto a lungo" continua Raffaele, amatissimo fin da subito dai suoi genitori, che da quel giorno girano di ospedale in ospedale per affrontare al meglio la situazione. "Da piccolo mia madre mi nutriva con le cannucce, avendo problemi di respirazione e a deglutire -scrive il ragazzo-. Crescendo, i miei genitori decisero di operarmi non per com’ero, ma per il semplice fatto di farmi vivere una vita più serena e tranquilla. Finora ho dovuto subire sette interventi chirurgici al volto e ho iniziato a sentire come voi dall’età di 19 anni tramite un apparecchio acustico. Ancora gli interventi non sono finiti, ora sono fermo per causa del Covid".

Per via della malattia e della relativa sordità, Raffaele è stato circondato per anni da cattiveria e bullismo. "All’asilo alcuni bambini si allontanavano da me, addirittura una piangeva a dirotto ogni volta che mi vedeva e tutto questo le addolorava a mia madre -dice ancora il 26enne-. Il mio volto ha generato reazioni esagerate e di disprezzo, non solo da parte di coetanei ma anche di adulti. Offese del tipo: mostro, alieno, non ti serve una maschera perché ce l’hai già, sordo, storto. Non ho mai detto nulla alla famiglia da ragazzino di ciò che mi succedeva fuori per non darle peso: ho sbagliato -riflette oggi- perché bisogna parlare. Mi sono sfogato da solo con la musica chiuso in bagno, in modo che nessuno potesse accorgersene". Per via di un gesto inqualificabile sotto la doccia a tempi del calcetto ("Mi hanno preso di mira nello spogliatoio e mi hanno pisciato addosso") e persino per qualche prof che alle superiori non avrebbe avuto la giusta sensibilità e professionalità, in rare occasioni Raffaele è riuscito a chiedere una mano ai genitori. Ma per tantissimo tempo è stato solo un susseguirsi di delusioni da parte di chi lo circondava, al punto da ritrovarsi con ripetuti "attacchi d’ansia e di panico e depressione. Sembrava di non vedere mai una luce" racconta, ricordando pure di una vocina che "mi disse: perchè non ti butti dalla finestra?"

Il peso degli insulti e degli interventi chirurgici per Raffaele è diventato per qualche tempo davvero insopportabile. Ma alla fine, grazie ad un'altra vocina che nel 2019 "mi continuava a pulsare dicendomi di mettermi in gioco, raccontando la mia storia, e dare forza a chi non ha voce, a chi fa fatica ad accettarsi. Io l’ho chiamato messaggio di Dio e così l’ho ascoltato, sono molto credente". Preferendo l'app Tik Tok al canonico Youtube ("Avevo paura, mi sembrava un canale enorme") Raffaele è diventato in poco tempo seguitissimo tra i frequentatori del social arrivato dalla Cina nel 2016, dove pubblica video in cui parlano della sua storia ma non solo. "Cerco anche si sensibilizzare le persone che sono ancora oggi vittime di bullismo -spiega-. A volte faccio anche riflettere qualche bullo ignorante: non stai giocando con una bambola, ma coi sentimenti di una persona. E a prendere in giro le persone non si diventa forti, semmai si diventa piccoli".

Oltre ai riscontri positivi, non mancano però anche le solite fregnacce degli odiatori da smartphone. Ma peccato per loro che Raffaele oggi non è più disposto a rinchiudersi in camera con la musica a palla o a tenere tutto dentro anche per non dare un dispiacere ai genitori. Raffaele adesso è diventato forte e vuole aiutare gli altri a seguire il suo esempio. "Parlatene -conclude- oppure fatevi valere, rispondete, ma senza usare la violenza. Anche con la gentilezza si possono risolvere le cose. Il mio motto è: siate gentili".

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