Quali sono le Regioni in cui ci si può vaccinare dal medico di base
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In Italia sono già state vaccinate oltre un milione di persone. Prosegue la campagna per immunizzare la popolazione contro il coronavirus e in circa dieci Regioni sono stati firmati con i sindacati dei medici di famiglia degli accordi per la partecipazione all'operazione. È il caso di Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria: in alcune di queste Regioni i medici di base hanno già iniziato a vaccinare nelle Rsa (è l'esempio delle Marche), ma a giorni si dovrebbe cominciare anche in Lazio ed Emilia Romagna.
A fare il punto della situazione all'Ansa è il vicesegretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Domenico Crisarà. Il quale spiega come i protocolli regionali "prevedono che il medico di base effettui la vaccinazione nel proprio studio o, se non ci sono le condizioni, presso ambienti individuati dalle Asl". Intanto i sindacati sono stati convocati al ministero della Salute per un confronto sulla campagna nazionale di somministrazione dei vaccini.
Secondo i parametri nazionali al medico dovrebbe essere "corrisposta una tariffa pari a 6,17 euro per inoculazione". E, sempre da contratto nazionale, "è invece previsto che la tariffa corrisposta al medico da parte del servizio sanitario per la vaccinazione a casa sia pari a 18,90 euro". Il punto, sottolinea ancora Crisarà, non è economico, come la questione delle tariffe: "Abbiamo presentato le nostre osservazioni e la prima cosa che chiediamo è di poter iniziare a vaccinare avendo la garanzia della disponibilità dei vaccini; ciò per evitare disagi ai nostri pazienti ma anche ai medici, terminali di riferimento delle richieste dei cittadini".
Il tema fondamentale è quello della disponibilità dei vaccini: "La nostra richiesta è che la piattaforma commissariale dove dovranno essere registrate le vaccinazioni sia collegata con le piattaforme già in uso da parte dei medici di famiglia e questo per risparmiare tempo nell'inserimento dei dati", aggiunge il vicesegretario nazionale della Fimmg. E conclude rimarcando come sia assolutamente necessario che "vengano utilizzati i fondi già previsti in Finanziaria, pari a circa 20 milioni di euro, per potenziare il personale infermieristico degli studi", che però "non sono ancora stati impiegati".