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Prof trovata cadavere a casa a Trento, si indaga per istigazione: “Ipotesi morte col kit del suicidio”

La Procura di Trento ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio relativo al caso di una professoressa di 63 anni trovata morta in casa. In un biglietto aveva scritto: “Troppa solitudine, mi sono procurata le cose necessarie online”. Il suo nome compariva nella lista dei clienti di Kenneth Law, sedicente ex ingegnere aeronautico e poi chef a Toronto, che negli ultimi due anni ha venduto all’estero kit per aspiranti suicidi.
A cura di Ida Artiaco
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immagine di repertorio. 
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"Molti anni fa ho cominciato a fare ricerche su internet per una morte pacifica. La vita a volte è ingiusta, così ora penso di aver diritto alla liberazione e alla pace. Spero quando leggerete questa lettera di aver avuto successo".

È questo che si legge su un bigliettino scoperto dai carabinieri della stazione di Borgo Valsugana (Trento) a casa di Antonella D.L., insegnante di 63 anni, trovata morta lo scorso 4 aprile. "Dopo 20 lunghi anni di dolore cronico, per insonnia, estrema solitudine, intolleranza ai rumori, mi sono procurata le cose necessarie online, ordinandole all’estero, più di un anno fa", ha scritto ancora la donna, deceduta, secondo il medico legale, per asfissia, come riporta il Corriere della Sera.

La Procura di Trento ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio al momento a carico di ignoti. Ma il nome di Antonella faceva parte della lista dei clienti di un uomo dell’Ontario di nome Kenneth Law, sedicente ex ingegnere aeronautico e poi chef a Toronto, arrestato il 31 marzo dalla polizia canadese, che negli ultimi due anni ha gestito alcuni siti web (ora chiusi dagli inquirenti) vendendo all’estero kit per aspiranti suicidi.

Kenneth Law (Polizia Ontario).
Kenneth Law (Polizia Ontario).

I kit in questione sono composti da mascherine facciali, nitrito di sodio, ma anche bombole di azoto, manometri, tubicini, sacchetti di plastica. Su Law indaga da tempo l’Interpol del Canada, a seguito dell'indagine aperta in Ontario dopo la morte di 7 persone nel Regno Unito e tre negli Stati Uniti, tra cui un ragazzo di 17 anni.

La divisione italiana di Interpol ha ricevuto l'allerta il 29 aprile scorso. Dal Canada, infatti, le forze di polizia hanno segnalato nove indirizzi italiani a cui è stato spedito il kit, i quali sono stati immediatamente trasmessi alle autorità locali che hanno mandato carabinieri e poliziotti a fare una verifica presso le abitazioni. È stato così che si è appreso del decesso dell'insegnante. Che, dunque, non è l'unica italiana della famosa lista.

Le province italiane interessate sono Roma, Milano, Napoli, Monza, Lecco, Caserta, Bologna, Trento e Pavia. Alcuni dei soggetti segnalati pare soffrano di disturbi psichici e siano già i cura presso centri specializzati. Sembrerebbe che lo chef abbia venduto online circa 1.200 kit a persone residenti in 40 Paesi diversi.

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