Processo escort, la difesa: “Prostituzione? No, libertà delle donne di usare i corpi”

Non prostituzione, ma libertà di concedersi. Su queste basi l'avvocato Gaetano Castellaneta, difensore di Claudio Tarantini, ha fondato la propria l'arringa nel processo escort che si celebra a Bari. Il suo assistito è imputato con altre 6 persone, fra cui il fratello Gianpaolo e Sabina Beganovic, già noti alle cronache per il loro coinvolgimento nei processi sui festini hot nelle residenze dell’ex primo ministro Silvio Berlusconi. Nei loro confronti sono stati richiesti fra gli otto anni e i 18 mesi di reclusione.
Nello specifico Claudio Tarantini è accusato di aver reclutato una escort, Sonia Carpentone, per il vicepresidente della regione Puglia, Sandro Frisullo del Pd, nel settembre del 2008. Deve rispondere anche di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. In aula l’avvocato Castellaneta ha rimarcato la "estraneità di Claudio Tarantini alle accuse", spiegando che le ragazze definite "escort" dalla Procura cercavano in quelle serate "opportunità di lavoro, rivendicando il diritto di utilizzare la propria immagine" e “il proprio corpo”.
“Manuela Arcuri e F.L. volevano sedurre Berlusconi. Nessuno ha tentato di indurre l'attrice a prostituirsi”. Sono le parole di Massimo Caria, difensore di F.L. Quest'ultimo – secondo la procura di Bari – avrebbe indotto l'amica attrice a prostituirsi con l'ex presidente del Consiglio. E a questo proposito Caria ha ricordato, tra l'altro, che “non si è mai consumato alcun rapporto sessuale tra Arcuri e Berlusconi”. Per il difensore “erano due ragazze che volevano andare a casa di un uomo potente, ricco, proprietario di tutte le reti Mediaset, sperando che si sarebbe poi ricordato di loro con un incarico professionale”. Il legale ha poi sottolineato che “non c'è prova di pagamenti per le eventuali prestazioni. E se il prezzo dell'induzione è la vacanza a Cortina pagata alle due ragazze da Gianpaolo Tarantini, non può considerarsi prostituzione – ha continuato Caria – perché manca l'accordo col cliente, in questo caso Berlusconi; altrimenti bisognerebbe arrestare tutti i registi e produttori di film porno che pagano le attrici per andare a letto con decine di uomini”.