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Primo Maggio, Papa Francesco: “Ci sono ancora gli schiavi. I lavoratori vanno giustamente pagati”

Papa Francesco: “Anche oggi ci sono tanti schiavi, schiavi del lavoro per sopravvivere: lavori forzati, mal pagati, con la dignità calpestata. Si toglie la dignità alle persone. Anche qui da noi succede con i lavoratori giornalieri con una retribuzione minima per tante ore lavorate, con la domestica che non viene pagata il giusto”.
A cura di Davide Falcioni
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Il Papa all’udienza generale nella Biblioteca del Palazzo Apostolico (La Presse)
Il Papa all’udienza generale nella Biblioteca del Palazzo Apostolico (La Presse)

Nel giorno della Festa dei Lavoratori – che per la prima volta quest'anno si celebrerà senza cerimonie a causa del coronavirus – Papa Francesco non ha fatto mancare la sua preghiera per il mondo del lavoro nel corso dell'introduzione della messa a Santa Marta: "Oggi è la festa di San Giuseppe lavoratore, è la giornata dei lavoratori – ha detto -. Preghiamo per tutti i lavoratori, perché a nessuna persona manchi il lavoro e tutti siano giustamente pagati, possano godere della dignità del lavoro e della bellezza del riposo".

Nella sua omelia il Santo Padre ha quindi aggiunto: "Il lavoro dà la dignità. Dignità tanto calpestata nella storia. Anche oggi ci sono tanti schiavi, schiavi del lavoro per sopravvivere: lavori forzati, mal pagati, con la dignità calpestata. Si toglie la dignità alle persone. Anche qui da noi succede – nota il Papa – con i lavoratori giornalieri con una retribuzione minima per tante ore lavorate, con la domestica che non viene pagata il giusto e non ha le sicurezze sociali e la pensione. Questo succede qui: è calpestare la dignità umana. Ogni ingiustizia che si fa al lavoratore è calpestare la dignità umana. Oggi ci uniamo a tante persone credenti e non credenti che celebrano questa giornata del lavoratore per coloro che lottano per avere la giustizia nel lavoro. Il Papa prega per quei bravi imprenditori che non vogliono licenziare le persone, che custodiscono i lavoratori come se fossero figli".

Ieri invece Bergoglio aveva fatto un richiamo sul tema del coronavirus, lanciando in particolare un invito alla "prudenza" per affrontare in sicurezza la Fase 2. Come ha sottolineato monsignor Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, "non tenere conto della prudenza e dell'obbedienza alle disposizioni significherebbe essere ciechi e decontestualizzati rispetto al vissuto di tristezza e dolore con cui stiamo ancora facendo i conti. Nascono da questa passione per l'umanità anche le parole dei vescovi italiani".

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