Preti pedofili, anche i salesiani chiedono verità: “Fare nuovi controlli”

“Dobbiamo fare nostro il dolore delle vittime e vogliamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a tutte le persone che ad un certo punto della loro vita hanno trovato il coraggio di rivelare il disagio e la sofferenza che hanno subito”: parole pronunciate da don Livio Demarie, portavoce dei salesiani piemontesi che ha commentato così la denuncia di un uomo che ha detto di aver subito abusi in una colonia estiva in Val d’Aosta gestita dalla loro comunità. I salesiani vogliono dunque seguire la lezione di papa Francesco, che ha chiesto perdono per gli abusi nella chiesa, e lo fanno annunciando nuovi controlli. “Abbiamo avviato da tempo procedure e attivato organismi interni – ha detto il sacerdote – Servono per offrire ascolto e accoglienza, e per consentire interventi immediati per le situazioni che possano verificarsi”. A scriverlo è Repubblica, che aveva anche riportato la denuncia della presunta vittima di due preti pedofili: un uomo di nome Enrico Simone che oggi ha 53 anni e che ha deciso di parlare. Per 40 anni è rimasto in silenzio senza raccontare a nessuno quanto sarebbe avvenuto durante la vacanza estiva.
Due sacerdoti, oggi entrambi scomparsi, avrebbero abusato di lui: “Avevo 14 anni. Ricordo ancora i calzoni di velluto alla zuava e le camicie a scacchi indossate dai sacerdoti in quella casa salesiana di Fiéry, sopra Champoluc, in Val d'Aosta, le tisane che ci davano la sera. Ma soprattutto le mani di quei due sacerdoti che, uno alla volta, venivano nella mia stanzetta per parlarmi, prima di abbracciarmi e spingermi verso il letto tentando di infilarle nel mio pigiama e toccarmi nelle mie parti intime. Cosa provavo? Disagio, vergogna. E terrore”, questo il racconto dell’uomo al quotidiano. Anche Enrico Simone avrà dunque accesso alle procedure di cui parla il portavoce dei salesiani. L’ispettore salesiano per il Piemonte, don Enrico Stasi, gliel'ha scritto in una lettera privata esprimendo il suo dolore per quanto accaduto.