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Prete su Facebook: “Ha fatto più morti innocenti Totò Riina o Emma Bonino?”

Don Francesco Pieri, prete bolognese e docente alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna, lancia un’incredibile provocazione: nel mirino le battaglie della Bonino a favore dell’aborto.
A cura di Davide Falcioni
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"Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?". La domanda – decisamente fuori luogo – è stata posta su Facebook da don Francesco Pieri, sacerdote bolognese che dalla sua pagina social ha postato una provocazione decisamente forte, anzi esagerata. Il prete, docente tra l'altro alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna, ha incassato tra gli altri anche il ‘mi piace’ di don Massimo Vacchetti, vice-economo della Curia e responsabile della Pastorale dello sport. Il riferimento del parroco, evidentemente, è all'impegno civile e politico di Emma Bonino per la legge sull’aborto e per le tante altre battaglie sul fine vita e l'eutanasia: il commenti social del prete è stato segnalato sul Resto del Carlino di questa mattina.

Secondo don Francesco Pieri tra il capo di Cosa Nostra, responsabile di centinaia di omicidi e di stragi che hanno segnato la storia d'Italia, e la radicale Emma Bonino "moralmente non c’è differenza". Lo scrive il sacerdote tra i commenti ricordando che il Concilio Vaticano II con la sua Gaudium et spes "mette l’aborto (non importa se legalizzato, ospedalizzato e mutuabile o no) in serie con genocidio, omicidio volontario e altri crimini orrendi (GS 27), tra cui certamente quelli di mafia, e lo definisce abominevole delitto (GS 51). Solo che vedo meno gente disposta a indignarsi e schierarsi per questi innocenti. Anche tra chi metterebbe la mano sul fuoco per il Vaticano II".

A sostegno della sua assurda tesi Don Pieri cita anche il cardinale Giacomo Biffi, morto nel 2015, rilanciando un articolo di stampa del 1998, in cui il religioso non esitava a paragonare l’aborto ai lager nazisti: "La massima vergogna del ‘900, che pure ha conosciuto le più orrende infamie della storia, come i molti e diversi genocidi che sono stati perpetrati, resta senza dubbio la legalizzazione dell’aborto".

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