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Pranzo tra politici in Sardegna, portavoce Solinas: “Pensavo si trattasse di invito tra pochi amici”

Il portavoce del presidente della Sardegna Christian Solinas sui fatti che hanno portato all’inchiesta sul pranzo “proibito” organizzato in un centro termale di Sardara durante la zona arancione: “Pensavo si trattasse di un invito semplice tra pochi amici e come tale, dunque, un appuntamento per così dire privato e di tipo quasi personale”.
A cura di Susanna Picone
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Continua a far discutere in Sardegna la vicenda legata al pranzo “proibito" in un centro termale di Sardara a cui hanno partecipato una quarantina tra politici, manager della sanità, militari e dirigenti. Un pranzo organizzato il 7 aprile scorso, quando l’isola era zona arancione (dopo pochi giorni è diventata zona rossa), violando le regole anti-Covid. Ha parlato di quanto accaduto, in una lunga intervista a La Nuova Sardegna, Mauro Esu, portavoce del presidente della Giunta regionale della Sardegna Christian Solinas. Il portavoce era presente a quel pranzo. "Pensavo si trattasse di un invito semplice tra pochi amici e come tale, dunque, un appuntamento per così dire privato e di tipo quasi personale”, ha detto commentando appunto i fatti che hanno portato all'inchiesta aperta dal pubblico ministero di Cagliari Giangiacomo Pilia.

Al pranzo proibito organizzato il 7 aprile in Sardegna hanno partecipato una quarantina di persone in tutto tra dirigenti della Regione, manager di aziende sanitarie, medici, ingegneri, vertici di enti strumentali, politici e militari. Il caso è esploso anche in Consiglio regionale. Secondo Esu, del pranzo non era informato il governatore Solinas: "Io stesso non ero a conoscenza di una riunione nei modi in cui poi è stata rappresentata dagli organi di informazione. Non sapevo neppure io che sarebbero transitate quelle persone nell'ora di pranzo – si giustifica nel corso dell’intervista – Ritengo che, come molto spesso accade in situazioni come questa, interpretando in maniera un po' troppo estensiva il senso dell'ospitalità del padrone di casa, in tanti abbiamo allungato l'elenco degli inviti".

Il padrone di casa è Gianni Corona, 58 anni, socio e manager di Sardegna termale, anch'egli sentito dal quotidiano La Nuova Sardegna: "Mi assumo tutte le responsabilità di quello che è accaduto. Dietro quel pranzo non c'era nessuna organizzazione, non si doveva discutere di chissà quale argomento, non c'era alcun disegno politico, nessuna strategia. Erano solo amici che si incontrano. Pranzi come quello di cui si parla da giorni sono per noi relazioni personali che hanno rilevanza commerciale. Servono a farci conoscere, a informare. Ecco perché se si invita un amico che ne porta con sé un altro per noi ci creano occasioni per far apprezzare la struttura, occasioni di confronto".

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