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Sulcis, operai della Portovesme su ciminiera di 100m: protesta contro caro energia e licenziamenti

Quattro operai della Portovesme srl sono in protesta da questa mattina nell’impianto Kss, nel Sulcis-Inglesiente, asserragliati su una ciminiera a 100 metri di altezza: “contro il caro energia, che mette a rischio la continuità operativa dell’azienda e conseguentemente il posto di lavoro delle circa 1.300 persone impiegate.
A cura di Ida Artiaco
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Quattro operai della Portovesme srl sono asserragliati da questa mattina su una ciminiera a 100 metri di altezza nell'impianto Kss che si trova nel Sulcis-Inglesiente, in Sud Sardegna.

La protesta è scattata contro il caro energia, che mette a rischio la continuità operativa dell'azienda e conseguentemente il posto di lavoro delle circa 1.500 persone impiegate. "Chiediamo alla politica sarda e nazionale un impegno concreto per risolvere il problema del caro energia elettrica", si legge in un comunicato appena diffuso, in cui si specifica che "prende corpo la cassa integrazione di 1.500 lavoratori e il licenziamento di 62 lavoratori interinali di Portovesme e San Gavino, nostri colleghi da anni".

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"Questo non è un colpo di testa ma un'azione a sostegno delle vertenze e delle iniziative messe in atto sino a ora dalle Rsu e dai sindacati", hanno dichiarato i lavoratori. A questo punto, hanno aggiunto, "abbiamo la necessità di avere un incontro urgente al ministero per aprire un confronto nazionale con tutti gli interlocutori seduti allo stesso tavolo e trovare una soluzione subito sul fronte energia. Non bastano le rassicurazioni, ma per farci scendere servono impegni seri e forti".

Intanto da lunedì i lavoratori degli appalti sono in assemblea permanente, nel piazzale della Portovesme srl, dove sono state anche piazzate alcune tende.

Sulla crisi nello stabilimento del Sulcis ieri è intervenuto il segretario della Cgil Sardegna, che ha accusato la Regione per i ritardi. "Solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro. È evidente che il tema da risolvere è quello dell'energia, purtroppo registriamo nessun passo avanti delle istituzioni. Condividendo il documento dei lavoratori chiediamo con la massima urgenza un incontro con il ministro competente", dicono Emanuele Madeddu Filctem-Cgil, Vincenzo Lai Femca Cisl e Pierluigi Loi Uiltec Uil.

I lavoratori dell’azienda hanno spiegato dettagliatamente in una nota che oggi, 28 febbraio, "è la data entro la quale si devono presentare le soluzioni tecnico-giuridiche per interrompere la procedura di fermata dell'80% delle attività della Società, con la chiusura di interi reparti e dell'impianto di raffinazione di San Gavino Monreale".

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