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Pompiere morto dopo un pestaggio: “Peppe voleva salvare vite e con i suoi organi continuerà a farlo”

Il messaggio di addio del papà di Giusepe Tucci, il vigile del fuoco di 34 anni picchiato fuori da un locale di Rimini durante una colluttazione con un buttafuori e morto in ospedale. I suoi organi salveranno altre vite.
A cura di Antonio Palma
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"Giuseppe aveva scelto di fare il vigile del fuoco: voleva salvare delle vite e ora che non c’è più continuerà a farlo", è lo straziante messaggio del papà di Giusepe Tucci, il vigile del fuoco di 34 anni picchiato fuori da un locale di Rimini durante una colluttazione con un buttafuori e morto una settimana fa dopo un giorno di agonia in ospedale.

In un lungo post su facebook il papà del pompiere di origine foggiana ma dal 2019 in servizio nella città romagnola, ha ripercorso quei terribili momenti in cui fu avvertito della tragedia appena avvenuta. “Ciao, Peppe. Stamattina è una settimana che è squillato il cellulare di papà. Con tanta professionalità e delicatezza, una dottoressa ci invitava a recarci a Rimini. Il resto ormai è cronaca" ha scritto Claudio Tucci, anche lui vigile del fuoco sulle cui orme Giuseppe si era incamminato divenendo effettivo presso il distaccamento aeroportuale di Miramare di Rimini.

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Un dolore atroce quello di papà Tucci, un dolore che solo un genitore che perde il proprio figlio può provare "Niente e nessuno ci potrà mai consolare. L’unica spiegazione che ci vogliamo dare è che tu hai incontrato un diavolo nella notte di sabato. Tanti angeli ti aspettavano per essere salvati e adesso continueranno il percorso terreno grazie a te" si legge ancora nel post di Claudio Tucci in riferimento alla scelta dei genitori di donare gli organi del 34enne per salvare altre vite.

I genitori, accorsi dalla Puglia a Rimini il 10 giugno scorso, infatti, si sono ritrovati davanti al figlio ormai non più cosciente vittima di un trauma cranico da cui non si è mai più ripreso. Mamma e papà hanno solo potuto dare un ultimo bacio al figlio nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Infermi di Rimini prima che i medici ne dichiarassero la morte cerebrale e avviassero l’espianto degli organi.

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“I medici non ci hanno dato speranze così abbiamo deciso di non accanirci e consentire lo spegnimento dei macchinari che lo tenevano in vita” ha spiegato l’uomo. Dopo l’autopsia, il corpo di Giuseppe Tucci sabato è stato trasferito a Foggia, sua città natale dove ieri pomeriggio si sono svolti i funerali, non prima del saluto commosso dei suoi colleghi a sirene spiegate.

Per la morte dei vigili del fuoco è stato arrestato un 28enne buttafuori del locale accusato di omicidio volontario. L’autopsia ha certificato che il vigile del fuoco ha ricevuto cinque colpi al capo, il 28enne ammette di averlo colpito dopo una colluttazione ma di non volerlo uccidere. Resta da capire anche i motivi del gesto. Secondo l’indagato, la vittima importunava una ragazza e ne sarebbe nato un diverbio proseguito poi anche fuori dal locale.

“Giuseppe non era un attaccabrighe, era uno tranquillo, un altruista. Non mi sembra possibile che abbia fatto casino, che abbia importunato delle ragazze come si dice. A Rimini stava bene, era arrivato quattro anni fa con la sua compagna e con loro figlio, avevano comprato casa e aperto un mutuo” sostiene però i padre del vigile del fuoco, spiegando: “Un amico ha detto che tutto è iniziato perché Giuseppe avrebbe sbirciato il telefono di una ragazza. Alcuni buttafuori l’hanno ripreso poi è nata una discussione verbale con uno di loro. Ad un certo punto mio figlio e il suo amico se ne sono andati spontaneamente fuori”.

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