video suggerito
video suggerito

Pescara, l’annuncio di lavoro shock: “Cercasi parrucchiere gay per donne, hanno un passo in più”

A Montesilvano (Pescara) un salone di bellezza ha pubblicato un annuncio di lavoro richiedendo esplicitamente “un parrucchiere uomo gay con partita Iva”. Il titolare Alessandro Tacconelli ha difeso la scelta sostenendo che i gay “hanno un passo in più” nel settore.
A cura di Davide Falcioni
355 CONDIVISIONI
Immagine

Un possibile caso di discriminazione lavorativa ha sollevato polemiche in Abruzzo dopo la pubblicazione di un annuncio di lavoro apparso a fine estate nel gruppo Facebook di Montesilvano, in provincia di Pescara. Il post, successivamente rimosso, conteneva una richiesta esplicita di orientamento sessuale per una posizione lavorativa.

Come riferisce Il Fatto Quotidiano, il testo dell'annuncio recitava: "Il nostro meraviglioso salone a Montesilvano è alla ricerca di un parrucchiere uomo gay, specializzato nel settore femminile, con ottima presenza, motivato, con propria clientela e partita Iva, da inserire immediatamente con formula di affitto poltrona". L'inserzione proseguiva specificando: "Cerchiamo una persona determinata, seria e appassionata, pronta a dare il meglio e crescere insieme a noi. No perditempo". Il post era accompagnato dall'hashtag #parrucchieregay.

Alessandro Tacconelli, originario di Roma e gestore della boutique Sp insieme alla moglie, ha difeso la scelta dell'annuncio con una serie di dichiarazioni. "Nel mondo parrucchieri i gay hanno un passo in più, è ovviamente un dato di fatto e noi vogliamo il meglio per il nostro salone. Noi amiamo il mondo gay e, visto che è sempre discriminato da milioni e milioni di anni, abbiamo deciso, come è da sempre, di metterlo in mostra, di portarlo all'interno del nostro salone", ha spiegato il titolare.

Tacconelli ha ribadito la sua posizione con toni perentori: "Non ci interessa il parere diverso, anche se lo rispettiamo. Ma siamo padroni di mettere all'interno del nostro salone chi vogliamo noi o dobbiamo chiedere il permesso a voi? Se fossero tutti come noi, non ci sarebbe alcuna discriminazione. Il mondo gay nel nostro lavoro è il migliore in assoluto, anche meglio di noi. Vogliamo un esperto gay da inserire nel nostro meraviglioso salone, punto e basta".

Il giuslavorista genovese Alfredo Di Silvestro, interpellato dal quotidiano, ha tuttavia chiarito l'illegittimità dell'offerta di lavoro: "No discriminazioni, sì alla parità di trattamento. Lo ha sancito nel 2000 una direttiva Ue che poi è diventata un decreto dello Stato italiano nel 2003. Questa direttiva ha portato anche alla modifica dei termini in norme già esistenti, come lo Statuto dei lavoratori".

L'esperto ha inoltre illustrato le possibili conseguenze legali: "Tanto per cominciare che il requisito discriminatorio sia eliminato dall'offerta di lavoro. Ma in teoria si possono chiedere anche i danni per la perdita di chance di lavoro subita. Ma le norme europee inibiscono ai datori di lavoro anche soltanto di dichiarare che la loro politica di assunzioni segue criteri discriminatori: è il caso di un politico avvocato che aveva detto in tv che lui non avrebbe assunto degli omosessuali. In questi casi spetta al datore di lavoro dimostrare che non ha seguito criteri discriminatori".

355 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views